Spina di Borgo

La Santa Sede guarda la crisi a Cuba

Matteo Matzuzzi

E all’Avana, che si fa? Manca però il grande cardinale Ortega e la vecchia stabilità è destinata a restare un ricordo

Sarà interessante vedere come la Santa Sede guarderà la crisi cubana  che per la prima volta da decenni sta squassando l’isola dei Castro. Disordini inattesi, considerata la stabilità del contesto politico dell’Avana. Francesco ha da sempre puntato molto su Cuba, basti pensare alla scelta di recarsi lì prima di mettere piede sul suolo americano, nonché alla decisione di tenere all’aeroporto “José Martí” lo storico incontro con il Patriarca di Mosca Kirill. In questi anni, lì molte cose sono cambiate: Fidel è morto e Raul è andato “in pensione”. Soprattutto, non c’è più il carismatico e influente cardinale Jaime Ortega y Alamino, arcivescovo dell’Avana, scomparso due anni fa. Il porporato, morto vicino a Francesco, vantava il record di aver portato sull’isola ben tre Papi, da Giovanni Paolo II a benedetto fino al Pontefice regnante. Figura fondamentale non solo nella quotidianità della Chiesa cattolica cubana ma anche figura di spicco nel dibattito politico e sociale interno. La sua morte ha lasciato un vuoto, è venuto meno un punto di contatto fondamentale nell’area latinoamericana. Si vedrà cosa accadrà ora, ma è chiaro che la vecchia stabilità è destinata a restare un ricordo. 

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.