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spina di borgo

Una commissione esterna per i cardinali

Matteo Matzuzzi

Papa Francesco ritiene opportuno tirare le somme alla fine del mandato di un prefetto. Ed è un bene. Non si ascoltino i pettegolezzi che parlano di un presunto spirito commissariale

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Quando era uscita la notizia che il Papa aveva ordinato una visita alla congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti dopo il pensionamento del cardinale Robert Sarah, subito s’era detto  che Francesco aveva deciso di mettere sotto la lente l’operato del porporato guineano, le sue idee tradizionaliste e il modo di gestire la congregazione. Qualche sito aveva scritto che il visitatore, mons. Claudio Maniago, era stato incaricato di  passare al setaccio opere ed eventualmente omissioni di Sarah. Il tutto perché sussistevano – sempre secondo i pettegolezzi – fondati dubbi sul funzionamento della “macchina”.

Poi il Papa ha nominato prefetto quello che era l’uomo-macchina della congregazione, mons. Roche, per cui grandi difetti di funzionamento non devono essere stati ravvisati. Ora, però, Francesco ha deciso un’analoga visita per la congregazione del Clero guidata dall’ottantenne cardinale Beniamino Stella,  tra i più ascoltati consiglieri di Casa Santa Marta. E’ difficile pensare che l’incaricato della visita, mons. Egidio Miragoli, vescovo di Mondovì, sia stato mandato a “vedere le carte” con spirito commissariale. Molto più semplicemente, Francesco ritiene che al termine del mandato di un prefetto sia opportuno tirare le somme. Un po’ come con la commissione esterna agli esami di Maturità. Il che non è affatto male.

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