Alessio D'Amato, assessore alla Salute del Lazio, all'inaugurazione dell'Hub vaccinale la Nuvola di Roma (LaPresse)

Roma Capoccia

D'Amato: “Ora puntiamo a vaccinare maturandi e over 30”

Ruggiero Montenegro

"Non sono d’accordo con il generale Figliuolo, siamo in linea con la tabella di marcia. Sarebbe paradossale non pensare agli studenti, avanti con il modello open day: veloce ed efficace per i più giovani". Parla l'assessore alla Salute del Lazio

Il problema, semmai, sono le dosi che non arrivano, ma la campagna vaccinale del Lazio procede a passo spedito. E dopo aver messo in sicurezza una larga percentuale di over 70 e 80, si va avanti con il modello open day. “Quello dello scorso weekend è andato molto bene, i ticket virtuali sono andati sold out in poche ore”, spiega al Foglio Alessio D’Amato, assessore alla Salute del Lazio, che è pronto a replicare, e a rilanciare, già da sabato prossimo: “Questa volta gli hub saranno 30 e non più 21. E aumenteranno anche le dosi AstraZeneca disponibili, da 20 mila a oltre 25 mila”. Il modello dei “tre click e dopo 48 ore ti vaccini”, insomma, funziona bene “man mano che l’età dei vaccinati si abbassa, è veloce ed efficace per i più giovani – spiega l’assessore - E poi gli open day non sono utili solo al Lazio: hanno dato un forte segnale di fiducia su AstraZeneca”. E allora avanti con i maturandi, a cui sarà dedicata una tre giorni di vaccinazioni a inizio giugno: “Sono circa 50 mila e con loro useremo Pfizer”.

 

Tuttavia il commissario Francesco Paolo Figliuolo ha ammonito le regioni, invitandole a rispettare i piani e a dare precedenza agli over 60 e alle categorie prestabilite. “Non sono d’accordo con il generale – sottolinea D’Amato, perché il Lazio è in linea con la tabella di marcia, sta raggiungendo gli obiettivi e siamo oltre il 90 per cento di copertura sugli over 80, quasi all’80 per cento sui settantenni. E sulla scuola era importante dare un segnale”. Ci spieghi meglio. “Sarebbe paradossale a questo punto della campagna vaccinale tralasciare gli studenti, alla vigilia di un appuntamento importante come la maturità, dopo aver messo in sicurezza docenti e personale”. Quale allora il prossimo passo? “Dopo i maturandi, potrebbe arrivare il turno dei trentenni. Il problema è la mancanza di dosi. A maggio ne dovevamo ricevere 1,5 milioni e ne sono arrivate 200 mila in meno”, risponde l’assessore, aggiungendo che la “Regione ha anche vaccinato 63 mila persone non residenti e tra poco toccherà ad altre 10 mila tra le ambasciate di Roma e quelle presso il Vaticano o la Fao. Una specificità di cui non si è tenuto conto nei piani”.

 

Crede che queste carenze dipendano dalla struttura commissariale? “L’impegno di Figliuolo è stato importante, il problema deriva dalle case farmaceutiche. Lo sforzo, regionale e nazionale, non è stato sostenuto dai fornitori. AstraZeneca e Johnson & Johnson, in particolare”. Incertezze che potrebbero rallentare il percorso verso l’immunità di gregge, quando almeno il 75 per cento della popolazione sarà vaccinata. “Ci attendiamo che arrivi a metà agosto, ma se arrivassero i vaccini – ribadisce - potremmo fare prima”. Anche perché il Lazio, che effettua negli hub circa 50 mila somministrazioni al giorno, sarebbe in grado di alzare ritmo: “Solo le farmacie ne potrebbero fare quotidianamente 20-30 mila e altre 20 mila i medici di famiglia. Con una maggiore disponibilità, la capacità strutturale della regione può arrivare a oltre 2,5 milioni di vaccinazioni al mese”. Intanto, secondo le proiezioni, questa settimana la percentuale di popolazione che ha ricevuto la prima dose dovrebbe arrivare al 40 per cento, mentre il 20 per cento concluderà l’intero ciclo. Numeri che permettono di guardare con discreta fiducia ai mesi estivi, mentre tiene banco la questione dei vaccini per i turisti: “Il tema è nazionale e non si può scaricare sui territori – conclude D’Amato. Il Lazio non avrebbe problemi ma, ripeto, mancano le dosi. E non ci sono indicazioni dall’alto. Noi intanto, come regione, abbiamo già rilasciato 900 mila certificati nazionali”.

 

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