PUBBLICITÁ

Bettini sogna la presidenza della Festa del cinema. Ma Bergamo dice no

Simone Canettieri

Una nomina che sembra minima rispetto al quadro politico della Capitale, ma che rientra nella tela dei rapporti tra grillini e i dem

PUBBLICITÁ

Gli piacerebbe. Eccome, se gli piacerebbe. Tanto che da settimane lo sta confessando agli amici dell’Auditorium. D’altronde la Festa del cinema di Roma è casa sua. Di più: è proprio una creatura di Goffredo Bettini, nata e plasmata ai tempi di Walter Veltroni sindaco, a sua immagine e somiglianza. Il nume tutelare del Pd ne fu il presidente, il primo, salvo dimettersi nel 2008 con l’arrivo di Gianni Alemanno in Campidoglio. “Io lascio la presidenza, va bene, ma la festa deve continuare a vivere”, fu l’accordo. E così alla fine è stato.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Gli piacerebbe. Eccome, se gli piacerebbe. Tanto che da settimane lo sta confessando agli amici dell’Auditorium. D’altronde la Festa del cinema di Roma è casa sua. Di più: è proprio una creatura di Goffredo Bettini, nata e plasmata ai tempi di Walter Veltroni sindaco, a sua immagine e somiglianza. Il nume tutelare del Pd ne fu il presidente, il primo, salvo dimettersi nel 2008 con l’arrivo di Gianni Alemanno in Campidoglio. “Io lascio la presidenza, va bene, ma la festa deve continuare a vivere”, fu l’accordo. E così alla fine è stato.

PUBBLICITÁ

 

 

PUBBLICITÁ

Adesso però si apre un risiko di nomine che potrebbe di nuovo mandare Bettini, che fa parte del consiglio d’amministrazione, alla presidenza della Festa. L’incastro è il seguente. Con l’ultima edizione che ha chiuso i battenti giusto in tempo prima del dpcm in vigore che spranga le sale, il direttore artistico Antonio Monda ha terminato il mandato triennale, già rinnovato una volta. Nei palazzi della politica culturale romana, che poi sono i salotti che resistono alle norme anti Covid, si pensa al dopo e a una serie di mosse all’orizzonte. Perché la direzione artistica potrebbe finire nelle mani di Laura Delli Colli (“giornalista e scrittrice, autrice di numerosi libri dedicati al cinema e ai suoi protagonisti”, come si legge nella sua bio) che è l’attuale presidente. Delli Colli lascerebbe il posto a Bettini (in molti però ricordano che sua sorella e suo cognato gestiscono una sezione della Festa).

   

Detta così può sembrare semplice, ma non lo è affatto. Anche perché un cambio del genere deve avere comunque il via libera dei fondatori della Festa: la Camera di Commercio, l’Istituto Luce (dunque il Mibact di Dario Franceschini), l’Auditorium, la Regione Lazio (ovvero Nicola Zingaretti) e per ultimo, ma non certo per peso, il Comune di Roma (leggi: Virginia Raggi). La nomina di presidente, da statuto, deve essere proposta dalla sindaca del M5s ai ferri cortissimi con il Pd di Zingaretti e quindi di Bettini, pronti a tutto pur di non sostenerla alle prossime elezioni. Sicché questa nomina, che sembra minima rispetto al quadro politico della Capitale, rientra nella tela dei rapporti tra grillini e i dem.

 

E allora ecco che il Campidoglio potrebbe decidere di non decidere congelando la pratica. Come? Rinnovando la direzione artistica a Monda e lasciando appunto tutto com’è. Il vicesindaco Luca Bergamo, titolare della Cultura e uomo di nomine che pesano, da quanto risulta a Il Foglio sarebbe molto soddisfatto del direttore artistico uscente (che nel frattempo, finita la festa, è ritornato nella sua New York). E così vorrebbe prorogarlo ancora una volta. Un modo per non andare a intaccare equilibri già complicatissimi e fragili. Tanto rumore per nulla? Può darsi. Di sicuro a Roma, si può scherzare con i santi, ma non con il cinema mai, signora mia.

PUBBLICITÁ

   

L'articolo di Canettieri apparso oggi sul Foglio è simpaticamente fantasioso. Non ho alcuna intenzione di tornare alla Festa del Cinema in alcun ruolo, tanto meno come Presidente. È vero, come dice Canettieri, che è stata una delle mie più belle esperienze vissuta con "giovanile" entusiasmo insieme a Walter Veltroni. Oggi ho davvero altri progetti per la mia vita, anche in considerazione del fatto che la Festa dopo tanti anni è molto diversa da quella che ho fatto nascere e che ho gestito per tre anni. Non ho, quindi, parlato con nessuno di questa mia presunta ambizione. Sfido chiunque ad affermare il contrario. Non mi risulta neppure che la bravissima e intelligente Laura Delli Colli, che presiede ora con tanta pazienza ed efficacia l'evento di Roma, partecipi ad un "risiko" che la vedrebbe come possibile direttore artistico. Un direttore artistico, ancora per tre mesi, c'è. E il futuro lo decideranno innanzitutto il Ministero della cultura e il Comune di Roma. Insieme al resto dei soci che sono Regione Lazio e Camera di Commercio. Il sottoscritto, che è in verità suo malgrado, rappresentante dell'istituto Luce-Cinecittà seguirà con assoluta fiducia le indicazioni del Ministro Franceschini. Infine, per quanto riguarda Bergamo, con il quale intrattengo rapporti di amicizia e reciproca stima, dubito che possa aver espresso dinieghi rispetto ad una ipotesi che non esiste.

PUBBLICITÁ

Un caro saluto,  

Goffredo Bettini

PUBBLICITÁ