C’è la lista dei possibili sindaci per Roma, con il centrodestra che tira fuori a un certo punto anche Guido Bertolaso, ma in un bailamme di controproposte e smentite, e con il centrosinistra alle prese con lo scarso entusiasmo pd per l’autocandidatura di Carlo Calenda. E c’è l’autocandidata e sindaco uscente Virginia Raggi, già da tempo in campo, anche se senza l’appoggio che vorrebbe dal suo partito. E mentre centrodestra e centrosinistra predispongono (litigando) la cornice della contesa (primarie o no?), Raggi si porta avanti. Il sindaco ha infatti cominciato da tempo la sua campagna elettorale, fin da quando, sull’orlo del primo lockdown, magnificava gli interventi di manutenzione stradale nei quartieri periferici, apparendo a tratti quasi marziana rispetto alla situazione. Poi, in un crescendo di puntualizzazioni con la Regione Lazio, aveva cercato di recuperare sul fronte della gestione Covid, pur mantenendo un basso profilo sull’idea di tentare il bis.

C’è la lista dei possibili sindaci per Roma, con il centrodestra che tira fuori a un certo punto anche Guido Bertolaso, ma in un bailamme di controproposte e smentite, e con il centrosinistra alle prese con lo scarso entusiasmo pd per l’autocandidatura di Carlo Calenda. E c’è l’autocandidata e sindaco uscente Virginia Raggi, già da tempo in campo, anche se senza l’appoggio che vorrebbe dal suo partito. E mentre centrodestra e centrosinistra predispongono (litigando) la cornice della contesa (primarie o no?), Raggi si porta avanti. Il sindaco ha infatti cominciato da tempo la sua campagna elettorale, fin da quando, sull’orlo del primo lockdown, magnificava gli interventi di manutenzione stradale nei quartieri periferici, apparendo a tratti quasi marziana rispetto alla situazione. Poi, in un crescendo di puntualizzazioni con la Regione Lazio, aveva cercato di recuperare sul fronte della gestione Covid, pur mantenendo un basso profilo sull’idea di tentare il bis.

Fatto sta che adesso il suo attivismo è palese, e mecoledì Raggi ha presenziato all’abbattimento delle villette dei Casamonica, evento simbolico ora come lo era stato due anni fa, nell’ottobre del 2018, quando lei e Matteo Salvini avevano fatto a gara, all’alba, per farsi vedere in prima linea sul contrasto alla criminalità, durante la distruzione delle prime otto ville abusive in via del Quadraro. Erano i tempi della cosiddetta “Opa su Roma” del leader della Lega, e Raggi veniva dal periodo più duro della sua sindacatura, al minimo del consenso. La lotta sembrava già vinta in partenza da Salvini, allora anche ministro dell’Interno del governo gialloverde. Oggi il quadro è più mosso, fermo restando che Raggi non può contare su un solido endorsement a Cinque stelle.

Motivo per cui, ancora da sindaco in carica, cerca di agire in prima persona, da un lato sul piano sicurezza, dall’altro su quello della città smart e verde: sempre ieri, infatti, magnificava on line la riqualificazione di villa Borghese: “Proseguono i lavori di riqualificazione di uno dei parchi simbolo della nostra città, al centro di un grande intervento di manutenzione”. E si capiva che l’azione di recupero consenso procedeva su più binari, ché oggi Raggi deve mostrarsi capace di allargare la possibile platea di votanti, tanto più che le parole d’ordine della campagna elettorale 2016, condotta ancora secondo i canoni a Cinque Stelle prima maniera (anticasta e antipartito) sono state sepolte dalla realtà del ridimensionamento grillino, da un lato, e dal recupero di centralità del Pd, dopo il cambio di governo, dall’altro. E dunque, se da un lato Raggi si fa vedere terzomondista, guardando al mondo della solidarietà cattolica, dall’altro rinnova il profilo law and order, cercando di sfruttare il ritardo degli avversari.