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RomaCapoccia

Al Papa piace la Raggi

Simone Canettieri

“Questa è una donna forte e combattiva”, dice Francesco. E Bassetti (Cei): “Sindaca, avanti così”. Udienze, incontri segreti, telefonate. Quella del pontefice è simpatia o pietà cristiana?

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“Questa è una donna forte e combattiva. E ha anche un figlio bellissimo”. Martedì pomeriggio, il Papa ha presentato con queste parole Virginia Raggi al suo “fratello” Bartolomeo, patriarca di Costantinopoli. L’incontro è avvenuto in piazza del Campidoglio, sotto alla Lupa, davanti alla lunga scalinata dell’antica basilica di Santa Maria in Aracoeli. Parole piene di affetto e stima, quelle del pontefice nei confronti della sindaca grillina, che hanno confermato ciò che tutti sanno in Comune e Oltretevere. Ma che, vista la solennità del contesto, hanno lasciato il segno. Alla preghiera per la pace hanno partecipato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il governatore Nicola Zingaretti e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Anche Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, quando ha incrociato Raggi l’ha spronata: “Avanti, sindaca, avanti”. Piccoli aneddoti rivelatori che in Campidoglio conservano con gelosia e senza volerli particolarmente ostentare. Tuttavia si susseguono e si sedimentano.

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“Questa è una donna forte e combattiva. E ha anche un figlio bellissimo”. Martedì pomeriggio, il Papa ha presentato con queste parole Virginia Raggi al suo “fratello” Bartolomeo, patriarca di Costantinopoli. L’incontro è avvenuto in piazza del Campidoglio, sotto alla Lupa, davanti alla lunga scalinata dell’antica basilica di Santa Maria in Aracoeli. Parole piene di affetto e stima, quelle del pontefice nei confronti della sindaca grillina, che hanno confermato ciò che tutti sanno in Comune e Oltretevere. Ma che, vista la solennità del contesto, hanno lasciato il segno. Alla preghiera per la pace hanno partecipato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il governatore Nicola Zingaretti e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Anche Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, quando ha incrociato Raggi l’ha spronata: “Avanti, sindaca, avanti”. Piccoli aneddoti rivelatori che in Campidoglio conservano con gelosia e senza volerli particolarmente ostentare. Tuttavia si susseguono e si sedimentano.

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Ma è il rapporto “speciale” tra Francesco e Virginia che è da registrare ancora una volta. Un dialogo costruito con udienze, incontri segreti e telefonate nel corso di questi anni. A cosa potranno portare? In molti se lo chiedono senza fortuna. Ma in molti si ricordano anche le frasi che Francesco riservò al predecessore di Raggi in Campidoglio. Quel “io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro?”, pronunciato davanti alla stampa sull’aereo di ritorno da Philadelphia. La botta finale – almeno dal punto di vista mediatico – per all’epoca periclitante chirurgo dem, che da lì a poco cadrà sul fuoco amico con vista notaio. E allora forse sarà pietas, forse ammirazione, forse simpatia. Di fatto, la sindaca che corre nonostante tutto e tutti (il Pd che non la vuole, il M5s che la sopporta perché non può farla saltare) si trova nella sua corsa solitaria con una benedizione però niente male. Troppo facile, ora, dire che le servirebbe davvero un miracolo per la rielezione. Di sicuro il legame con il pontefice “venuto dal sud del mondo” rimane un faro nella notte di questa lunga campagna elettorale che tutto tende a distorcere, anche magari, la normale cortesia istituzionale.

 

 

L’iniziativa di ieri l’altro porta con sé una serie di segnali molto importanti. Anche nei confronti della comunità di Sant’Egidio, che aveva organizzato il momento collettivo di preghiera. Sembra – ma qui le voci si rincorrono e si contraddicono fino a diventare da acciuffare – che la ong di Trastevere non volesse ospitare l’evento sul colle capitolino. Soprattutto in virtù del rapporto non proprio idilliaco con l’amministrazione grillina. Ma sulla logistica alla fine l’ultima parola è spettata al Vaticano: si andrà in Campidoglio. E così alla fine è stato. Per la gioia di Raggi che, con la discrezione di chi sa di avere una pietra preziosa da custodire, ha potuto così salutare, giocando in casa, il Papa. D’altronde “nessuno si salva da solo”, come da preghiera ecumenica della giornata. E così sembra essere anche per Raggi, stretta tra il Pd che non vuole Carlo Calenda ma che la detesta e il M5s che di facciata l’appoggia ma in privato ammette che per il bis è spacciata. Le servirebbe un miracolo. Sapendo che, appunto, nessuno si salva da solo. Chissà.

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