PUBBLICITÁ

Roma Capoccia

Nel Lazio i ricoveri per Covid sono aumentati dell’82 per cento in un mese

Gianluca De Rosa

I numeri del contagio continuano a salire, ma per adesso si escludono misure drastiche. Potenziato il sistema di tracciamento

PUBBLICITÁ

Roma. I numeri sui nuovi contagi nel Lazio continuano a preoccupare. L’attenzione è massima – fanno sapere dalla Regione –, ma per adesso non ci sarà alcun provvedimento restrittivo. Nessun obbligo di mascherina all’aperto, dunque, com’era filtrato negli ultimi giorni. Almeno per ora. Ma se ancora non serve richiudere, di certo non è il momento di riaprire. Sembra questa la linea dell’assessore alla Sanità Alessio D’Amato che in serata si è reso protagonista di una piccola polemica con il viceministro grillino alla Salute Pierpaolo Sileri. Parlando in radio – nel giorno in cui il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha aperto alla progressiva riapertura degli impianti sportivi, stadi inclusi – Sileri si è spinto oltre: “All’Olimpico a Roma l’ingresso potrebbe essere consentito anche a 20-25 mila tifosi”, ha detto. Complice la romanità dell’impianto, la dichiarazione ha subito innescato una polemica proprio con l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato: “Ma siamo sicuri che priorità sia riaprire gli stadi con 25 mila spettatori? Mi sembra il modo più rapido per tornare a nuovi lockdown”, ha dichiarato l’assessore. “Attorno a noi – ha aggiunto – città europee stanno attuando o hanno attuato misure restrittive da Londra a Madrid a Parigi. Ci siamo già dimenticati gli effetti deleteri che ebbe la partita Atalanta-Valencia allo stadio Meazza di Milano? E’ una follia. Pensiamo invece a tenere aperte e difendere le scuole e le Università”. Una linea seguita a stretto giro dal ministro Roberto Speranza: “Pensiamo a riaprire le scuole, non gli stadi”.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Roma. I numeri sui nuovi contagi nel Lazio continuano a preoccupare. L’attenzione è massima – fanno sapere dalla Regione –, ma per adesso non ci sarà alcun provvedimento restrittivo. Nessun obbligo di mascherina all’aperto, dunque, com’era filtrato negli ultimi giorni. Almeno per ora. Ma se ancora non serve richiudere, di certo non è il momento di riaprire. Sembra questa la linea dell’assessore alla Sanità Alessio D’Amato che in serata si è reso protagonista di una piccola polemica con il viceministro grillino alla Salute Pierpaolo Sileri. Parlando in radio – nel giorno in cui il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha aperto alla progressiva riapertura degli impianti sportivi, stadi inclusi – Sileri si è spinto oltre: “All’Olimpico a Roma l’ingresso potrebbe essere consentito anche a 20-25 mila tifosi”, ha detto. Complice la romanità dell’impianto, la dichiarazione ha subito innescato una polemica proprio con l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato: “Ma siamo sicuri che priorità sia riaprire gli stadi con 25 mila spettatori? Mi sembra il modo più rapido per tornare a nuovi lockdown”, ha dichiarato l’assessore. “Attorno a noi – ha aggiunto – città europee stanno attuando o hanno attuato misure restrittive da Londra a Madrid a Parigi. Ci siamo già dimenticati gli effetti deleteri che ebbe la partita Atalanta-Valencia allo stadio Meazza di Milano? E’ una follia. Pensiamo invece a tenere aperte e difendere le scuole e le Università”. Una linea seguita a stretto giro dal ministro Roberto Speranza: “Pensiamo a riaprire le scuole, non gli stadi”.

PUBBLICITÁ

 

Ma torniamo ai dati. Oggi in Lazio l’aumento dei contagi è stato di 195 unità, 135 a Roma, circa 40 in meno di martedì quando con 238 nuovi casi era stato raggiunto il record giornaliero di sempre in regione. Tre sono stati i morti, mentre i ricoveri hanno raggiunto quota 521, 32 in terapia intensiva. La crescita dunque rimane significativa. Considerando che un mese fa, il 23 agosto, i ricoverati erano 286 e solo 6 in terapia intensiva, il tasso di crescita è stato rispettivamente dell’82,16 per cento e del 433,3 per cento. Per questo diceva sempre D’Amato: “Bisogna mantenere alta l’attenzione”. Anche se, chiariva: “Ci attendiamo un lieve incremento di R con t, ma sotto il valore d’allerta 1”.

 

PUBBLICITÁ

Per adesso dunque si escludono misure drastiche, mentre il sistema di tracciamento attraverso test e tamponi continuerà ad essere potenziato e variato a seconda delle necessità. All’aeroporto di Fiumicino continuano i test su coloro che tornano dai paesi a rischio (a Spagna, Romania, Croazia e Malte negli ultimi giorni si sono aggiunte le zone rosse francese). Sono stati attivati un drive-in pediatrico (0-6 anni) all’ospedale Sant’Eugenio con il supporto del Bambino Gesù e un nuovo drive-in all’Irccs Santa Lucia “con l’obiettivo di incrementare la sicurezza e l’inclusione delle persone con disabilità”. Mentre da domani partiranno i primi tamponi nelle scuole. Il primo intervento è stato programmato nel liceo scientifico Vian ad Anguillara. Spiega D’Amato: “È stata inviata dalla direzione dell’istituto una circolare ai genitori per raccogliere l’adesione volontaria al test che è stata molto buona. Da domani mattina inizieranno le attività di testing che proseguiranno a rotazione con gli altri istituti del territorio”. Intanto, entro fine settimana l’istituto Spallanzani dovrebbe dare il via libera ai test salivari, che renderanno ancora più rapidi i test (attualmente i tamponi rapidi impiegano circa mezz’ora a dare i risultati, con i salivari basteranno una manciata di minuti). La sanità regionale punta poi sulla vaccinazione antinfluenzale che, da un lato renderà così più semplice per i medici distinguere chi ha contratto il Covid-19 da chi si è beccato semplicemente una brutta influenza, dall’altro eviterà i rischi di complicazioni. Si partirà con le prime 400mila dosi il 24 settembre. L’obiettivo della Regione è di vaccinare 2,4 milioni di cittadini. La crescita dei numeri rende anche più complesso il tracciamento. Una delle chiavi nel controllo dell’epidemia. A preoccupare attualmente è principalmente il sud pontino. In particolare, il cluster del mercato ittico di Formia che negli scorsi giorni ha generato decine di casi. Grande attenzione anche per la comunità peruviana (e in generale sudamericana) della Capitale. Anche oggi 3 casi a Roma erano il risultato di feste e pranzi all’aperto che negli scorsi giorni si sono trasformati in occasioni di contagio.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ