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Roma discarica aperta

Gianluca De Rosa

La città è lurida e infatti in regione non vengono a capo del piano rifiuti che manca da sette anni

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Roma. La sua assenza è stata motivo di scontro e rimpallo politico a lungo, il suo contenuto adesso è finalmente in discussione nell’Aula del Consiglio regionale del Lazio. Il piano rifiuti potrebbe essere approvato nei prossimi giorni. Una cosa però è certa: non sarà facile. Ieri pomeriggio nell’Aula di via della Pisana è andata in scena la seconda giornata di discussione con il voto dei primi emendamenti, ma per adesso non c’è una maggioranza pronta a votare l’atto. All’interno di tutti i partiti, nel Pd, come in quelli di opposizione, le posizioni sono sfumate. Termovalorizzatori ed Ato autonomo di Roma Capitale. Sono questi i due principali punti che dividono le forze politiche anche al loro interno. Tanto che per il voto finalmente si potrebbe andare per sfinimento. Nessuna forzatura della giunta, nessun maxi-emendamento calato dall’alto per limitare il dibattito. Anzi, il contrario. Una discussione lunga, punto per punto, emendamento per emendamento, nel tentativo di far trovare a ciascun consigliere la propria piccola vittoria.

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Roma. La sua assenza è stata motivo di scontro e rimpallo politico a lungo, il suo contenuto adesso è finalmente in discussione nell’Aula del Consiglio regionale del Lazio. Il piano rifiuti potrebbe essere approvato nei prossimi giorni. Una cosa però è certa: non sarà facile. Ieri pomeriggio nell’Aula di via della Pisana è andata in scena la seconda giornata di discussione con il voto dei primi emendamenti, ma per adesso non c’è una maggioranza pronta a votare l’atto. All’interno di tutti i partiti, nel Pd, come in quelli di opposizione, le posizioni sono sfumate. Termovalorizzatori ed Ato autonomo di Roma Capitale. Sono questi i due principali punti che dividono le forze politiche anche al loro interno. Tanto che per il voto finalmente si potrebbe andare per sfinimento. Nessuna forzatura della giunta, nessun maxi-emendamento calato dall’alto per limitare il dibattito. Anzi, il contrario. Una discussione lunga, punto per punto, emendamento per emendamento, nel tentativo di far trovare a ciascun consigliere la propria piccola vittoria.

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Il piano rifiuti, d’altronde, non è un documento come gli altri. E’ l’atto di programmazione fondamentale che pianifica la capacità impiantistica regionale per rendere il trattamento e lo smaltimento e dei rifiuti autonomo dai trasferimenti fuori dal territorio regionale. Per farlo il Lazio è diviso in Ato, e cioè ambiti territoriali ottimali. Cinque, quante le province della Regione. Quello attuale prevede ancora la discarica di Malagrotta, la grande buca che riceveva gran parte dei rifiuti romani. Almeno in teoria ciascun Ato deve essere autonomo. Il comune di Roma produce da solo oltre il 75 per cento dell’immondizia regionale. Per questo da sempre, specialmente i consiglieri non romani, spingono affinché sia integrato nel piano anche il sub-Ato di Roma Capitale. Previsto in un primo momento, però, è stato stralciato dalla giunta regionale per rispettare l’accordo che lo scorso dicembre è stato siglato con il Campidoglio. Virginia Raggi ha indicato un sito per realizzare una nuova discarica nella Capitale, la Regione ha cancellato il sub-Ato. Molti però nel Pd, come tra le fila delle opposizioni, vorrebbero reinserirlo.

 

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Altro punto controverso sono i termovalorizzatori. Il piano non ne prevede di nuovi (rimane quello di Acea a San Vittore in provincia di Frosinone). E se non è una novità che Stefano Parisi, come il resto del centrodestra, spinge affinché ne vengano costruiti di più: “Perché zero waste è un obiettivo, ma oggi non è la realtà, come la differenziata al 70 per cento”, anche nel Pd, adesso, c’è chi ritiene che mantenere il punto ideologicamente contro i termovalorizzatori possa dimostrarsi un atteggiamento stupido. Domani e sabato comunque l’Aula è nuovamente convocata. Salvo sorprese però tutto sarà rinviato a lunedì.

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