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Ora la destra riesce davvero a farli litigare

Gianluca De Rosa

Sul campo rom di Castel Romano il partito della Meloni segna un punto politico dopo le urla (vane) della Lega

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Roma. Alla potenza evocativa dello slogan opporre quella irriducibile e immensamente superiore della realtà: l’odore insopportabile del liquame e della plastica bruciata. Sul campo rom di Castel Romano, discarica a cielo aperto sospesa tra Roma e Pomezia, scandalo senza appello dentro alla riserva naturale regionale di Decima Malafede, una destra diversa da quella tutta selfie e bacioni di Matteo Salvini, ha trovato la strada per mettere in imbarazzo e dividere in un sol colpo il Campidoglio grillino e la Regione guidata dal segretario del Pd Nicola Zingaretti.

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Roma. Alla potenza evocativa dello slogan opporre quella irriducibile e immensamente superiore della realtà: l’odore insopportabile del liquame e della plastica bruciata. Sul campo rom di Castel Romano, discarica a cielo aperto sospesa tra Roma e Pomezia, scandalo senza appello dentro alla riserva naturale regionale di Decima Malafede, una destra diversa da quella tutta selfie e bacioni di Matteo Salvini, ha trovato la strada per mettere in imbarazzo e dividere in un sol colpo il Campidoglio grillino e la Regione guidata dal segretario del Pd Nicola Zingaretti.

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Una destra meno cool, con meno follower su Instagram, ma decisamente più efficace. Non per aver ritirato fuori la battaglia per la chiusura dei campi rom, da sempre facile slogan anche per il leader leghista (che proprio oggi sarà nella rimessa Atac di via Candoni, a un passo da un altro problematico campo rom), quanto per la capacità di un manipolo di militanti e consiglieri del partito di Giorgia Meloni di riuscire a raccogliere dati e informazioni per riempire quello slogan di un senso lapalissiano e innegabile. La capacità della politica, anche oggi nell’era dei politici influencer, di fare quello che ha sempre fatto: raccogliere le istanze dei territori e trasformarle in armi per la lotta politica (a Roma tra un anno si vota e FdI non ha intenzione di essere subalterno alla Lega). Per farlo però non basta il concetto, l’idea, il tratteggio a matita, serve vedere e capire da vicino. In questo caso Roberta Angelilli, del direttivo nazionale di Fratelli d’Italia, Stefano Erbaggi, di quello romano, sono riusciti a farlo benissimo: raccogliendo le denunce e le richieste dei comitati sulla Pontina e portandole alle Asl, all’Arpa e anche in procura dov’era già stata aperta un’indagine per disastro ambientale. Poi, sui giornali e, soprattutto, in tv. Con le Iene che sono riuscite a filmare in diretta un grande rogo tossico alto e puzzolente proprio qualche giorno dopo i due grandi incendi che a inizio giugno hanno riempito di fumo pestilenziale la Pontina. “La forza di quelle immagini supera persino quello che c’è nelle nostre denunce”, ammette Angelilli. E in effetti tra decine di carcasse di auto abbandonate e bruciate, montagne di immondizia, ruscelli di escrementi, bambini che giocano tra frigoriferi e topi e brutti ceffi che con barba lunga e pacchiana eleganza non si fanno problemi a spaccare telecamere a Castel Romano sembra davvero non mancare nulla del perfetto universo degli orrori. “Il centro di tutto – sottolinea Angelilli – è il business illegale dei rifiuti che qui vengono raccolti e bruciati, ovviamente prima che ciò che può essere rivenduto è stato rimosso”.

 

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La storia di Castel Romano, d’altronde, indigna da ben prima degli ultimi fatti. Già nel 2014 la situazione del campo – da sempre uno dei più colpiti dal business dei roghi tossici – aveva suscitato l’attenzione dell’Unione europea. Poi nel 2017 con l’esplosione dei due depuratori la situazione divenne davvero insostenibile, al punto che molti degli oltre 1.200 residenti hanno lentamente e spontaneamente abbandonato il campo. Oggi sono rimaste circa 550 persone.

  

Per Nicola Zingaretti la denuncia di Fratelli d’Italia è stata l’occasione perfetta per scavare un definitivo solco tra lui e Virginia Raggi e cancellare qualsiasi ipotesi di alleanza con il Movimento 5 stelle per le elezioni del 2021. Il 24 giugno – dopo la denuncia di FdI – l’Asl Roma 2 ha scritto al comune di Roma che “gestisce” il campo chiedendo lo sgombero immediato e la bonifica con la rimozione dei rifiuti e il ripristino degli impianti di depurazione delle acque. La missiva dava al Campidoglio sette giorni che scadono proprio oggi. “Qualora il Comune non ottemperi a tale prescrizione, la Regione potrebbe avvalersi dei poteri di surroga ed agire direttamente, coordinando le procedure con la Prefettura di Roma”, si legge. In pratica, un commissariamento. Una notizia confermata martedì ai comitati accompagnati dagli esponenti di Fd’I in Regione dove l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato – accompagnato dai vertici delle Asl Roma 2 e 6, l’Arpa Lazio e l’avvocatura regionale – ha confermato che le ispezioni hanno rilevato una situazione gravissima di emergenza ambientale e sanitaria, incompatibile con la permanenza nell’area del campo rom che quindi va immediatamente liberato.

   

Dal Campidoglio fanno sapere che lo sgombero in questo momento non è possibile: le regole anti Covid lo vietano fino al 31 di agosto. Per la bonifica, invece, ci sarebbero 500mila euro, a cui forse con l’assestamento potranno essere aggiunti altri 300mila euro. Non è detto comunque che la cifra basti. In Sardegna il comune di Olbia per una situazione simile fuori dal campo rom di Sa Corroncedda ha dovuto stanziare quasi sei milioni di euro.

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Per gli abitanti del villaggio da palazzo Senatorio fanno invece sapere che sarà avviato a breve dalle tre cooperative vincitrici (Arci, Astrolabio e Speha Fresia) il programma per il superamento del campo. Intanto proprio ieri si è insediata la nuova dirigente dell’ufficio speciale Rom che risponde direttamente al gabinetto della sindaca. Sarà Barbara Luciani, comandante della polizia locale del comune di Frascati.

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