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Arrivano i primi risultati dei test sierologici e tra i grillini tornano i No vax

Gianluca De Rosa

Su quasi 20 mila persone testate solo 422 hanno mostrato nel loro sangue gli anticorpi al Covid. L’obbligo in autunno del vaccino anti-influenzale per gli over 65 fa invece litigare il M5s del Lazio

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Roma. Alla fine i primi risultati sono ancora migliori del previsto. “Ci aspettiamo di trovare al massimo un 3 per cento di individui già entrati in contatto con il Covid-19”, aveva detto poco più di dieci giorni fa, presentando in videconferenza stampa “la più grande indagine epidemiologica d’Italia”, l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Dai primi dati dei test del sangue, che su base volontaria la Regione Lazio sta effettuando su operatori sanitari e forze dell’ordine (con l’ambizioso obiettivo di 300 mila test), la percentuale risulta ancora minore: il 2,17 per cento. Su quasi 20 mila persone testate (19.414, per la precisione) solo 422 hanno mostrato nel loro sangue gli anticorpi al Covid. Solo 9 di questi sono poi risultati “attualmente positivi” al tampone naso-faringeo. Gli attuali test sierologici che verificano la presenza nel sangue degli anticorpi dicono infatti se l’individuo è entrato in contratto con il coronavirus, ma non forniscono, almeno per ora, alcuna informazione su quando questo è accaduto, e se, dunque, il virus è ancora vivo e attivo. Per questo chi risulta positivo al test sierologico deve poi recarsi in una delle 17 postazioni drive-in allestite per effettuare, direttamente in auto, il tampone.

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Roma. Alla fine i primi risultati sono ancora migliori del previsto. “Ci aspettiamo di trovare al massimo un 3 per cento di individui già entrati in contatto con il Covid-19”, aveva detto poco più di dieci giorni fa, presentando in videconferenza stampa “la più grande indagine epidemiologica d’Italia”, l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Dai primi dati dei test del sangue, che su base volontaria la Regione Lazio sta effettuando su operatori sanitari e forze dell’ordine (con l’ambizioso obiettivo di 300 mila test), la percentuale risulta ancora minore: il 2,17 per cento. Su quasi 20 mila persone testate (19.414, per la precisione) solo 422 hanno mostrato nel loro sangue gli anticorpi al Covid. Solo 9 di questi sono poi risultati “attualmente positivi” al tampone naso-faringeo. Gli attuali test sierologici che verificano la presenza nel sangue degli anticorpi dicono infatti se l’individuo è entrato in contratto con il coronavirus, ma non forniscono, almeno per ora, alcuna informazione su quando questo è accaduto, e se, dunque, il virus è ancora vivo e attivo. Per questo chi risulta positivo al test sierologico deve poi recarsi in una delle 17 postazioni drive-in allestite per effettuare, direttamente in auto, il tampone.

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I dati sono stati presentati ieri proprio da D’Amato e dal governatore Nicola Zingaretti, insieme al direttore scientifico dell’istituto Spallanzani Giuseppe Ippolito. Numeri confortanti, insomma, confermati anche dai risultati quotidiani dei tamponi – 3-4mila ogni giorno – che fanno registrare poche decine di nuovi positivi: ieri 28 nel Lazio, 16 nella Capitale. E per fortuna, visto che, con la fase 2, a Roma metro e bus sono tornati a riempirsi con gravi rischi per gli utenti, e di conseguenza per tutti quanti. Numeri, soprattutto, da conservare per evitare nuove chiusure. “I dati della curva epidemica del Lazio sono importanti, ma bisogna mantenere altissima l’attenzione", ha ammonito Zingaretti. “Abbiamo aperto i locali, ma anche nelle serate tra amici, serve massima attenzione: la mascherina diventi la moda dell’estate come una cravatta, un foulard o un piercing”.

   

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Per l’indagine epidemiologica la Regione ha stanziato 2,7 milioni (2,5 per operatori sanitari e forze dell’ordine e 200mila per le polizie locali). Soddisfatto del risultato, Zingaretti ha proposto al governo di seguire questa strada: “Rendiamo gratuiti i test sierologici inserendoli nei livelli essenziali di assistenza (Lea), facciamolo almeno per alcune fasce di reddito. Così evitiamo due cose: la confusione sulla qualità dei test e il rischio di escludere qualcuno”.

   

Già oggi in Lazio anche chi non lavora in ospedali, Asl o polizie può comunque fare il prelievo presso gli oltre 170 laboratori autorizzati dalla Regione. Comuni, aziende ed enti pubblici poi possono contribuire. Ieri, ad esempio, il comune di Lenola, in provincia di Latina, ha stipulato un accordo con un laboratorio di analisi che consentirà da domenica a tutti i cittadini che ne faranno richiesta di effettuare il test sierologico per circa 18 euro.

  

Se i test sierologici gratificano Zingaretti e la sua giunta, l’obbligo in autunno del vaccino anti-influenzale per gli over 65 fa invece litigare il M5s del Lazio. La regola è stata inserita in una delle ordinanze regionale per il contrasto al coronavirus e anche questa suggerita ieri da Zingaretti al paese. Ma in attesa che la cosa arrivi alle orecchie di Conte e Speranza, intanto, ha già fatto arrabbiare Francesca De Vito, sorella di Marcello, presidente dell’Assemblea capitolina, e consigliera grillina alla Pisana che ieri ha presentato un ordine del giorno per fermare l’imposizione.

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“E’ stato arbitrariamente imposto un obbligo che si scontra fortemente con il diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione per cui nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. Inoltre prevede che la mancata vaccinazione per medici e personale sanitario comporti l’inidoneità temporanea alla svolgimento della mansione lavorativa. In un colpo solo il Presidente Zingaretti scavalca la Costituzione e i contratti collettivi”. Le parole però non sono piaciute al resto del gruppo grillino che con una nota si è affrettato a dissociarsi: “La dichiarazione della consigliera Francesca De Vito è una iniziativa del tutto personale dalla quale il gruppo M5s alla Regione Lazio si dissocia”.

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