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L’emergenza e il minor gettito fanno barcollare i bilanci del comune

Gianluca De Rosa

Le richieste pervenute in Regione per la cassa integrazione in deroga e gli effetti finanziari sui conti del Campidoglio fanno capire in concreto cosa significhi per l’economia privata e pubblica di Roma e del Lazio il lockdown

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Roma. Richieste per garantire un reddito a quasi 150mila lavoratori sospesi dalle loro mansioni e un buco, non puntualmente quantificabile, ma intorno al miliardo nel bilancio capitolino (che ne vale cinque in tutto). Due numeri – quelli delle richieste pervenute in Regione per la cassa integrazione in deroga e quello degli effetti finanziari sui conti del Campidoglio – che fanno capire in concreto cosa significhi per l’economia privata e pubblica di Roma e del Lazio il lockdown, la serrata totale anti-coronavirus. Ieri, Claudio Di Berardino, assessore regionale al Lavoro ha fornito i numeri relativi alla cassa integrazione. Sono 59mila le imprese laziali che hanno chiesto l’attivazione dell’ammortizzatore sociale. Oltre il 91 per cento sono imprese con meno di 5 dipendenti, per 149mila lavoratori interessati. Le prime 31.978 pratiche sono state lavorate e sono state inviate all’Inps . Sono quelle che la Regione può per adesso finanziare attraverso i 144,45 milioni destinati al Lazio sui 3,2 miliardi complessivi. “Nei prossimi giorni arriverà una seconda tranche e potremo andare avanti con le richieste”.

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Roma. Richieste per garantire un reddito a quasi 150mila lavoratori sospesi dalle loro mansioni e un buco, non puntualmente quantificabile, ma intorno al miliardo nel bilancio capitolino (che ne vale cinque in tutto). Due numeri – quelli delle richieste pervenute in Regione per la cassa integrazione in deroga e quello degli effetti finanziari sui conti del Campidoglio – che fanno capire in concreto cosa significhi per l’economia privata e pubblica di Roma e del Lazio il lockdown, la serrata totale anti-coronavirus. Ieri, Claudio Di Berardino, assessore regionale al Lavoro ha fornito i numeri relativi alla cassa integrazione. Sono 59mila le imprese laziali che hanno chiesto l’attivazione dell’ammortizzatore sociale. Oltre il 91 per cento sono imprese con meno di 5 dipendenti, per 149mila lavoratori interessati. Le prime 31.978 pratiche sono state lavorate e sono state inviate all’Inps . Sono quelle che la Regione può per adesso finanziare attraverso i 144,45 milioni destinati al Lazio sui 3,2 miliardi complessivi. “Nei prossimi giorni arriverà una seconda tranche e potremo andare avanti con le richieste”.

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Se c’è una cosa che si vede un po’ da tutte le parti è che la coperta, inevitabilmente, si fa corta. Per i comuni, che si finanziano in parte con risorse dirette, la situazione è complicatissima.
 Alcuni giorni fa l’assessore al Bilancio di Roma, Gianni Lemmetti, ha dichiarato: “Le minori entrate del comune dovute all’emergenza devono essere coperte da una manovra statale perché l’impatto per noi è insostenibile se non riducendo i servizi essenziali”. L’assessore non ha ancora quantificato a quanto sarà l’ammanco tra mancato versamento di contributo di soggiorno, canone e tassa di occupazione di suolo pubblico, multe, e riduzione dell’addizionale Irpef, ma ha ammesso, senza dirlo esplicitamente, che la cifra sarà superiore ai 200 milioni e non si può escludere che arrivi a un miliardo. La coperta, dicevamo, è corta e per questo Lemmetti ha fatto capire che mentre la sospensione del pagamento dei tributi è stata un atto scontato (che per l’amministrazione si traduce in un posticipo dell’incasso di un credito) la cancellazione non lo è per nulla (troppo rischiosa per la tenuta dei conti comunali).

 

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Anche nelle misure intraprese dalla Regione si vede sempre la stessa coperta striminzita. Zingaretti e i suoi avevano predisposto un piano, chiamato “Pronto cassa” che, come dice il nome, aveva l’obiettivo di garantire alle aziende con meno di 9 dipendenti liquidità. Questa – emerge dai report settimanali della Camera di commercio – è la principale esigenza dei piccoli imprenditori. Il fondo dotato di 51,6 milioni, però, difficilmente riuscirà a soddisfare le richieste arrivate lunedì , quando durante il clickday, il sito “FareLazio” è stato subissato di accessi. Come scritto sul sito della Regione “Il numero delle domande correttamente protocollate, 35.845, è oltre 5 volte superiore al numero di domande che possono essere accolte in considerazione delle risorse disponibili”.

 

La Regione quindi ha cercato di trovare una soluzione alternativa attivando un programma da 100 milioni della banca europea degli investimenti. La somma, spiegano, sarà messa a disposizione degli istituti di credito laziali per generare 200 milioni di prestiti a tasso agevolato, ulteriormente ridotto grazie a un fondo regionale di 3 milioni. “Le procedure di selezione delle banche – garantisce la Regione – si concluderanno entro aprile”.

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