PUBBLICITÁ

Ripartire da Ostia

Gianluca De Rosa

Raggi vuole ricandidarsi, e punta sul litorale. Forse l’unico posto dove ha fatto qualcosa di buono

PUBBLICITÁ

Roma. Un territorio e un metodo. Per la sua ricandidatura Virginia Raggi riparte da queste due cose. Da Ostia e da una demolizione. Non una villetta abusiva, come quelle dei Casamonica, smantellate con gran vanto al Quadraro e ad Anagnina, ma comunque un manufatto illegale. Uno stabilimento di legno in stato di abbandono, pieno di monnezza e siringhe. Buttare giù, a Virginia Raggi, riesce assai meglio che costruire. E quindi eccola di nuovo sulla ruspa. Non quella leghista di Salvini, ma un mezzo catartico. L’ex Arca – questo il nome dello stabilimento abbattuto ieri mattina – diventerà una spiaggia libera, una delle prime che i grillini promettono di realizzare. Fuori un gruppo di supporter intona “Oh Virginia sindaca di Roma”. 
In centro il 4,3 per cento registrato alle suppletive di domenica ha tolto ogni dubbio sulla presa del M5s da quelle parti, e dunque la Raggi ricomincia da dove è più forte: il mare di Roma, Ostia. L’ultima roccaforte. Qui nel 2016 la Raggi prese al ballottaggio quasi il 70 per cento. Poco più di due anni fa i grillini vinsero una seconda volta, eleggendo Giuliana Di Pillo presidente di Municipio. Ora, a un anno dalle elezioni, c’è da vincere la battaglia delle battaglie: l’abbattimento del lungomuro. La colata di asfalto e costruzioni che impedisce a chi arriva ad Ostia di vedere il mare. Eterna proposta di chiunque aspiri ai voti del litorale.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Roma. Un territorio e un metodo. Per la sua ricandidatura Virginia Raggi riparte da queste due cose. Da Ostia e da una demolizione. Non una villetta abusiva, come quelle dei Casamonica, smantellate con gran vanto al Quadraro e ad Anagnina, ma comunque un manufatto illegale. Uno stabilimento di legno in stato di abbandono, pieno di monnezza e siringhe. Buttare giù, a Virginia Raggi, riesce assai meglio che costruire. E quindi eccola di nuovo sulla ruspa. Non quella leghista di Salvini, ma un mezzo catartico. L’ex Arca – questo il nome dello stabilimento abbattuto ieri mattina – diventerà una spiaggia libera, una delle prime che i grillini promettono di realizzare. Fuori un gruppo di supporter intona “Oh Virginia sindaca di Roma”. 
In centro il 4,3 per cento registrato alle suppletive di domenica ha tolto ogni dubbio sulla presa del M5s da quelle parti, e dunque la Raggi ricomincia da dove è più forte: il mare di Roma, Ostia. L’ultima roccaforte. Qui nel 2016 la Raggi prese al ballottaggio quasi il 70 per cento. Poco più di due anni fa i grillini vinsero una seconda volta, eleggendo Giuliana Di Pillo presidente di Municipio. Ora, a un anno dalle elezioni, c’è da vincere la battaglia delle battaglie: l’abbattimento del lungomuro. La colata di asfalto e costruzioni che impedisce a chi arriva ad Ostia di vedere il mare. Eterna proposta di chiunque aspiri ai voti del litorale.

 

I grillini però adesso promettono di fare sul serio: approvare il Pua, il piano d’utilizzo degli arenili, un documento che prevede l’abbattimento di gran parte dell’edificato sulla spiaggia – da 128 mila metri quadri a 38 mila –; la divisione in 12 ambiti concessi tramite bando con la prescrizione ai vincitori di procedere con gli abbattimenti; la trasformazione della metà del litorale in spiaggia libera equamente distribuita sui 18 chilometri di costa. “Chi c’era prima – accusa il consigliere capitolino del M5s Paolo Ferrara – considerava Castel Porziano, la tenuta del Presidente della Repubblica, nel conteggio, di fatto riducendo a quasi nulla la reale presenza di spiagge libere”. Una rivoluzione visiva e non solo per il mare di Roma. Per adesso però il regolamento non è passato neppure in consiglio municipale. Le opposizioni per tre volte hanno occupato l’aula per impedirlo. E la sindaca ha gioco facile: “Vogliono mantenere tutto così com'è, invece bisogna approvarlo al più presto per velocizzare gli abbattimenti”, diceva ieri, prima di insinuare direttamente sull’onestà degli avversari politici: “Cosa nascondete, che interessi state difendendo?”.  La teoria di Pd e Italia viva è che la sindaca faccia solo propaganda: gli abbattimenti dei manufatti abusivi possono essere fatti già oggi. Il Pua – dicono – è un’arma spuntata brandita a fini elettorali: la legge di bilancio del 2018 ha rinviato l’applicazione della direttiva Bolkenstein per la rassegnazione delle concessione demaniali sulle spiagge al 2033. Rivedere il mare, a Ostia, sarà molto difficile.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ