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La guerra delle bozze

Matteo Matzuzzi

Tutti dicono d’aver visto l’esortazione sull’Amazzonia, ma ognuno la interpreta in modo diverso

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La guerra delle bozze di un’esortazione post sinodale non s’era mai vista. Tutti giurano d’aver visto il testo che sarà sottoposto alla firma del Papa nei prossimi giorni e in particolare il paragrafo (o i paragrafi) che stabiliranno se per l’Amazzonia il celibato sacerdotale varrà ancora o meno. Ed è partita una guerricciola dal fiato abbastanza corto, per lo più in campo conservatore o tradizionalista. Da una parte chi sostiene che il Papa ha abolito il celibato, dall’altra chi è sicuro che nell’esortazione non si parlerà nemmeno dei viri probati, cioè degli anziani vedovi cui sarebbe consentito di amministrare i sacramenti. Manca poco e l’arcano sarà svelato, benché è assicurato che le polemiche non termineranno, visto che inizierà la disputa sull’interpretazione del testo, tra note a piè di pagina e riferimenti vari. Esattamente come accaduto con Amoris laetitia, documento sulla famiglia passato alla storia per una noterella sulla riammissione dei divorziati risposati alla comunione. In ogni caso la vicenda non si esaurirà con l’imminente firma di Francesco, visto che nell’altro Sinodo (quello tedesco, ben più lungo e pericoloso per le decisioni che lì saranno adottate al termine del percorso biennale “vincolante”) un vescovo – mons. Franz-Josef Bode, di Osnabrück – ha chiesto di riconoscere, accanto ai preti celibi, quelli sposati. Anche qui, valutando caso per caso. E la Germania, a quanto risulta, è ben lontana dall’Amazzonia. Altre grane in vista per il Pontefice.

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