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Ormai a Bogotà dicono: "Non siamo mica a Roma"

Maurizio Stefanini

Intervista con la sindaca della capitale colombiana. "Noi le discariche le abbiamo abolite. E stiamo acquistando 1441 bus"

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Roma. Roma è un incubo per gli automobilisti. La capitale d’Italia è la seconda città del pianeta per ore perse nel traffico. Lo ha certificato un recente studio statistico di ampio eco sui quotidiani nazionali. Peggio di Roma una sola città: Bogotà. Ecco perché abbiamo cercato proprio il sindaco della capitale Colombiana. Claudia López, 49 anni, del partitito dell’alleanza Verde, è la prima sindaca donna della storia della capitale della Colombia. Un po' come la nostra Virginia. La signora Lòpez ci ha gentilmente risposto. Premessa: agli inizi degli anni duemila Bogotà è diventata famosa in tutto il mondo per un sistema di trasporti, battezzato “TransMilenio”, e considerato avveniristico. Domanda non retorica (o forse sì): proprio sicuri che Bogotà sia messa peggio di Roma? Non è mica detto.

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Roma. Roma è un incubo per gli automobilisti. La capitale d’Italia è la seconda città del pianeta per ore perse nel traffico. Lo ha certificato un recente studio statistico di ampio eco sui quotidiani nazionali. Peggio di Roma una sola città: Bogotà. Ecco perché abbiamo cercato proprio il sindaco della capitale Colombiana. Claudia López, 49 anni, del partitito dell’alleanza Verde, è la prima sindaca donna della storia della capitale della Colombia. Un po' come la nostra Virginia. La signora Lòpez ci ha gentilmente risposto. Premessa: agli inizi degli anni duemila Bogotà è diventata famosa in tutto il mondo per un sistema di trasporti, battezzato “TransMilenio”, e considerato avveniristico. Domanda non retorica (o forse sì): proprio sicuri che Bogotà sia messa peggio di Roma? Non è mica detto.

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Anche se Bogotà, ha i suoi problemi. Pure con i trasporti pubblici. “Il nostro sistema trasporta approssimativamente due milioni e mezzo di passeggeri al giorno e la sua produttività è vicina ai 45.000 passeggeri all'ora per senso”, dice il sindaco di Bogotà. Una cifra enorme “che supera del 50 per cento la capacità per cui il sistema era stato costruito. E per questo sta collassando”. Ah, beh. Anche da noi sta collassando. Anzi è già bello che collassato. Qui a Roma abbiamo fermate della metropolitana letteralmente non accessibili (una in centro, che si chiama Barberini, è chiusa da otto mesi). Ogni tanto, qui da noi, crollano le scale mobili. E gli autobus si incendiano. Li chiamiamo bus-flambé. Ecco, a proposito, signora lòpez, avete anche voi questi problemi? “Come qualsiasi altra capitale in cui si muove un enorme flusso di cittadini, naturalmente anche Bogotá ogni tanto riscontra qualche fallimento nel suo sistema di trasporto di massa”. Diplomatica. Ma di autobus a fuoco – pardon: flambé – non ce ne sono, su. Certo non al ritmo di due al mese. “Guardi”, riprende la sindaca, “la qualità del servizio non è l'ideale. E lo sappiamo. Alcune stazioni difettano di manutenzione, ci sono ritardi, ecc. Ma stiamo facendo uno sforzo enorme per migliorare la sicurezza e la qualità del sistema, in termini sia di comfort che di ambiente. La chiave è quella di ripartire in modo equilibrato il bilancio assegnato, tra ristrutturazione, funzionamento e manutenzione”. Queste parole potremmo magari girarle a Virginia.

 

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Senta, signora. A Roma, e anche in altre città italiane, ci sono gravi problemi di inquinamento. Ogni tanto si cerca affannosamente di risolverli bloccando la circolazione dei veicoli. La sindaca di Roma qualche settimana fa ha bloccato i diesel euro sei, per esempio. I motori meno inquinanti. Avevamo in giro le automobili euro 4, a benzina, vecchie di vent’anni, che sgasavano un po' dovunque, ma non le automobili più moderne e a emissioni ridotte. Scusi la domanda, ma anche lei a Bogotà blocca i diesel euro 6? “Noi puntiamo molto sui veicoli a gas”, risponde la signora Lòpez. “Specie per il trasporto pubblico urbano. Proprio la scorsa settimana ne sono entrati in funzione 99, completando così un parco di 945 nuovi veicoli. Rappresentano già il 70 per cento della flotta. Ma nei prossimi quattro anni lavoreremo per arrivare al 100 per cento. Le tasse pagate dai cittadini ci hanno permesso un investimento miliardario con cui intendiamo acquistare 1.441 autobus nuovi e meno inquinanti che, una volta a regime, ci permetteranno di ridurre l’inquinamento del 95 per cento. Oltre ai benefici ambientali questa nuova flotta avrà autobus più grandi. Quindi più comfort per gli utenti, grazie a 160.000 posti aggiuntivi: il 41 per cento in più”. Anvedi!

 

Ecco. Un altro grave problema a Roma è quello dei rifiuti. Anche a Bogotá, a quanto pare, ci sono stati problemi. E si è parlato di un nuovo sistema di pulizia e di un nuovo concetto di economia circolare. Non le chiedo se anche voi, lì, avete avuto un assessore all’ambiente che si chiama Pinuccia Montanari, ma le chiedo questo: come fate con i rifiuti? “Insisto! Le città devono tornare a essere verdi. Bisogna cambiare le nostre abitudini. Bisogna cambiare i sistemi di produzione e consumo di acqua, aria e carburanti. Bisogna cambiare la gestione dei rifiuti solidi”. Va bene. Okay. Noi qui stiamo aprendo una discarica, per esempio. “Noi non prolungheremo ulteriormente la vita utile della discarica di Doña Juana: è la principale della città, ma è un pericolo pubblico che gli abitanti di Usme e Ciudad Bolívar hanno pagato in salute e qualità della vita. Bisogna però smontarla gradualmente, e utilizzando tecnologie nuove. Al suo posto bisogna creare sistemi di raccolta pubblici per sfruttare le 600 tonnellate giornaliere di rifiuti prodotti dai lavori. E bisogna creare anche progetti pilota per produrre compost e energia solare e eolica”. Grazie, sindaca.

 

A proposito: non è che verrebbe a Roma?

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