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preghiera

Quando nessuno si ricorderà dei politici satireggiati, resterà l'arte di Mannelli

Camillo Langone

È il Daumier del XXI secolo, il magnifico disegnatore della nostra decadenza. Nel suo “Satira madre”, si mostra la carta come oasi di libertà

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“Satira madre” di Riccardo Mannelli (PaperFirst). Quando nessuno si ricorderà più di Marco Travaglio (il prefatore) né di Tomaso Montanari (il postfatore) né di tutti i politici satireggiati, insomma fra cent’anni o anche meno, molto meno, resterà l’arte di Mannelli. Che è il Daumier del XXI secolo, il magnifico disegnatore della nostra decadenza. Decaduta è la sua umanità, pesanti, lividi, deformi i suoi corpi. Ai suoi nudi si possono togliere le parole, i testi, e tuttavia continuano a parlarci, così come continuano a parlarci i nudi di Schiele e di Guttuso. Si fuma molto, si beve molto, si copula molto nei disegni di questo libro, perciò i futuri storici dell’arte intuiranno che Mannelli proveniva dagli anni Settanta, e ci sono molti tatuaggi e molti smartphone, perciò capiranno che disegnava negli anni Venti. I futuri storici dell’arte scopriranno come le italiane si depilavano. Non ce ne saranno molti altri di simili documenti, siccome il pube realistico può essere stampato ma non postato (Mannelli è uno degli artisti più censurati dai social). “Satira madre” mostra la carta come oasi di libertà, l’arte come sublimazione del più basso contesto.

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