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Il ministro Sangiuliano impari da Prezzolini (così come lo racconta Mughini)

Camillo Langone

Nel libro "I rompicazzi del Novecento" si evince la differenza fra un pensatore e un laureato: l’uomo che fra 1903 e 1914 fu il propulsore della cultura italiana non aveva nemmeno finito il liceo. Altro che bonus ai laureati

Non piacendomi le parolacce non mi piace il titolo dell’ultimo libro di Giampiero Mughini, “I rompicazzi del Novecento” (Marsilio), mentre invece mi piace molto il capitolo su Prezzolini. Consiglio a tutti di leggerlo perché ricorda (ce n’è sempre bisogno) la differenza fra un conservatore e un fascista, e fra un uomo libero e un militante, e i relativi prezzi da pagare. Non sapevo che il Prezzolini esule in America se la passasse così male: “Cinquantottenne s’era trasferito in un abitacolo sito sulla terrazza di un palazzo di New York da quindici piani. L’abitazione di Prezzolini era uno spazio ridottissimo, sei metri per sei, bruciante d’estate...”. Un alloggio tanto assurdo che dopo diciassette anni di faticosa residenza venne ufficialmente dichiarato inabitabile. Nel libro si evince anche la differenza fra un pensatore e un laureato: il fondatore della “Voce”, l’uomo che fra 1903 e 1914 fu il propulsore della cultura italiana, non aveva nemmeno finito il liceo (informare il ministro Sangiuliano, biografo di Prezzolini e tuttavia fautore di un antiprezzoliniano, oltre che anticrociano, antieinaudiano e antiliberale, bonus per laureati ossequiosi).

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).