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Preghiera

Ai meri esecutori siano dati i giusti meriti

Camillo Langone

La preoccupante convinzione di dare i meriti a chi non ha fatto niente se non aver avuto l'idea

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Si sappia che sono diventato un artista, e un grande artista. É mio il quadro maestoso dedicato a Vittorio Sgarbi, presentato a Boretto in occasione del suo settantesimo compleanno, e non di Enrico Robusti, mero esecutore materiale. Sono io che ho avuto l’idea, sono io ad aver compilato la lista degli amici da ritrarre intorno a Vittorio, quindi il quadro è mio, chiamatemi pittore. Affermo questo perché un tribunale ha appena dato torto allo scultore francese Daniel Druet, autore materiale di alcune opere firmate da Maurizio Cattelan. Druet chiedeva che gli venissero attribuite ma le opere sono di Cattelan, ha sentenziato il giudice, perché di Cattelan è l’idea, punto.

Pertanto, così come l’olio su tela intitolato “Sgarbeide” è mio, la Cappella Sistina non è di Michelangelo ma del cardinale Egidio da Viterbo: è stata sua l’idea! E la Stanza della Segnatura non è di Raffaello ma di Papa Giulio II: è stata sua l’idea! Chissà come mai Giulio ed Egidio non si intestarono quei capolavori: forse perché in quel tempo si rispettava la realtà? Un rispetto che manca alla presente modernità tutta ideologica, stando alla quale le sculture non sono di chi le realizza ma di chi ha avuto l’idea, e, analogamente, i bambini della maternità surrogata non sono della mamma che li ha tenuti in grembo nove mesi, sono di chi ha avuto l’idea.

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