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Michel Houellebecq è anche un grande critico dell'architettura

Camillo Langone

In "Annientare" scrive che un paesaggio piacevole è purtroppo "un paesaggio preservato da almeno un secolo da ogni tipo di intervento umano”. Infatti immaginatevi se al posto del Palazzo Pugliese a Trani si stagliasse un arrogante edificio da archistar

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Michel Houellebecq non soltanto massimo scrittore vivente, anche grande critico dell’architettura, erede di Tom Wolfe. A pagina 93 del suo “Annientare” (La nave di Teseo), descrivendo una passeggiata a Lione scrive: “Sulla collina opposta si stendevano colline boscose inframmezzate da gruppi di edifici antichi, che dovevano risalire all’inizio del Novecento. Era tutto molto armonioso, e soprattutto straordinariamente distensivo. Purtroppo non si poteva fare a meno di constatare che un paesaggio piacevole, al giorno d’oggi, era quasi necessariamente un paesaggio preservato da almeno un secolo da ogni tipo di intervento umano”. Pensavo la stessa cosa passeggiando nelle zone ottocentesche di Bari, di Giovinazzo, di Trani. Se al posto di Palazzo Pugliese (via Giovanni Bovio, Trani) con le sue deliziose serliane, opera di un architetto sconosciuto, si stagliasse un arrogante edificio archistarico, firmato Boeri o Botta o Cucinella o Fuksas o Piano oppure emuli, nel quartiere ci sarebbero disarmonia e tensione. E’ un fatto dimostrato scientificamente (le indagini biometriche di tracciamento oculare provano la predilezione dell’occhio, dunque della mente, per simmetria e scala umana). Ma se lo scrive Houellebecq non è soltanto la verità, è un piacere letterario.

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