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preghiera

Amare l'impossibile è una malattia, speriamo in un presidente che se ne accorga

Camillo Langone

Biante di Priene (chi era costui?) lo sapeva. Peccato fosse greco e pure morto. Ma andrebbe bene chiunque si allontani da formule quali emissioni zero, evasione zero, disuguaglianza zero, contagi zero

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Fossi un grande elettore, voterei Biante di Priene. E pazienza se è greco e se è morto: al Quirinale ci vorrebbe Biante di Priene. Anche a Palazzo Chigi, per non parlare di Bruxelles. Ci vorrebbero dozzine di Biante di Priene, in tutti i posti chiave, ma intanto comincerei dal Colle. Biante di Priene nemmeno sapevo esistesse prima di avere tra le mani “Proverbi, sentenze e massime di saggezza in Grecia e a Roma” (Bompiani), un monumento (2.410 pagine) dell’editoria e della civiltà. E della politica, potenzialmente. Biante di Priene era uno dei Sette Sapienti, un filosofo vissuto in Asia Minore nel sesto secolo avanti Cristo. Fra i suoi detti magnificamente realisti, tutti raccolti nel volumissimo Bompiani, ecco quello che fa al caso nostro: “Amare l’impossibile è una malattia dell’anima”. Fossi un grande elettore voterei per chiunque considerasse gravemente e pericolosamente malati i sostenitori di formule quali emissioni zero, evasione zero, disuguaglianza zero, contagi zero.

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