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Preghiera

Chiesa è stabilità. Con Francesco la mia fede barcolla

Camillo Langone

Papi e cardinali che si dimettono, ordini religiosi ridimensionati. Il pontificato di Francesco è tutto un fare e disfare: tuona contro la cultura dello scarto e non fa altro che scartare

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Sant’Agostino tu mi puoi capire, “tutto ciò che finisce è tutto breve”, pensavi, e anch’io lo penso, e sto nella Chiesa per stare nella durata ma qui non dura più niente: i Papi si dimettono, i cardinali si dimettono, i fondatori vengono dimissionati… La fortezza non è più una virtù, e dalla rinuncia di Papa Benedetto ogni cosa è scardinata. Papa Francesco, Dio lo perdoni, è un autocrate confusionario, un agitato che mette agitazione. Il suo pontificato è tutto un fare e disfare. Senza mai spiegare.

 

Decapitati i francescani dell’Immacolata, decapitato il monastero di Bose, sberrettato il cardinale Becciu, il Vaticano sembra la Lubjanka, più sede di sinistri servizi segreti che casa del mistero dolce di Cristo. Il mio cuore ha bisogno di stabilità, Sant’Agostino, mentre la mia fede, in questo fracasso di scandali, barcolla. Mi turba l’incostanza, mi allarma la frenesia, mi angoscia una Curia che ingoia uomini e non si sa che fine fanno, mi sgomenta un Papa che tuona contro la cultura dello scarto e non fa altro che scartare.

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