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Dov’è finito il Veneto?

Camillo Langone

Stravotare un partito che non ha mantenuto un’oncia delle promesse autonomistiche e mai le manterrà, significa aver seppellito il sogno serenissimo

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San Marco, ma dov’è finito il Veneto? I non veneti credono che la Lega al 49,9 per cento significhi un Veneto più veneto mentre io, che non sono veneto ma sono venetista, temo significhi il contrario: stravotare un partito che non ha mantenuto un’oncia delle promesse autonomistiche e a questo punto, stante il neo-nazionalismo salviniano, mai le manterrà, significa aver seppellito il sogno serenissimo.

 

San Marco, l’analisi politica mi è confermata dall’analisi gastronomica. A Vicenza, scartabellando su internet in piazza dei Signori, proprio sotto la colonna del tuo leone, ho appena scoperto che i migliori ristoranti della città ti osteggiano fin dal nome e mi riferisco al Caffè Garibaldi, dedicato al notissimo fanatico centralista, e a Remo Villa Cariolato, ossia la villa appartenuta a Domenico Cariolato che partecipò alla spedizione dei Mille colpevole di aver distrutto l’autonomia delle regioni meridionali.

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Disturbato da tanto plateale vassallaggio sono andato a mangiare in un altro locale, il cui nome prometteva vicentinità: peccato che i camerieri fossero stranieri e servisse innanzitutto pizza. San Marco, ma dov’è finito il Veneto? E dove sei finito tu?

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