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Prego di essere più misericordioso con i settentrionali

Camillo Langone
Prego di essere più misericordioso, prego di riuscire a perdonare i settentrionali che si riversano in vacanza al Sud, complicando la vita a chi come me al Sud ci va per motivi di lavoro o famigliari.
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Prego di essere più misericordioso, prego di riuscire a perdonare i settentrionali che si riversano in vacanza al Sud, complicando la vita a chi come me al Sud ci va per motivi di lavoro o famigliari. Devo compatirli: non vanno al Sud per fare un tuffo in mare (il mare esiste anche al Centro e al Nord) bensì nel passato. Ricordate gli anni Novanta? Il Sud è ancora molto bianco, magari abbronzato ma bianco (nelle stazioni e nei parchi gli africani non hanno ancora preso il sopravvento come al Nord). Da Caserta a Salerno senti ancora le radio con le dediche, e trasmettono canzoni orrende, però in napoletano, come se Eduardo e Totò fossero morti ieri. Ai caselli ci sono ancora le file perché sotto Frosinone il Telepass è un oggetto misterioso, e pure i bancomat sembrano una novità troppo audace: gli automobilisti sono ancora tutti lì a cercare gli spiccioli, che teneri. Il Sud è un’Italia minore, in rilassante ritardo, non piemontese e però gozzaniana: “O Bisceglie tranquilla!”. Questo è il vero motivo per cui il 18 per cento dei vacanzieri sceglie la Puglia e il 12 per cento la Sicilia, mentre la riviera romagnola è uscita dai radar. Prego di riuscire a perdonare tutti: tranne i 200.000 dionisiaci che in occasione della Notte della Taranta si getteranno famelici su Melpignano, paese salentino di abitanti 2.000. Quelli no, quando è troppo è troppo.
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