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Perché invidio Longanesi

Camillo Langone
Che invidia. Non invidio Longanesi per il fatto che in motoscafo io vado con Tony Renis e lui invece con Italo Balbo: ma figuriamoci.
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Che invidia. Non invidio Longanesi per il fatto che in motoscafo io vado con Tony Renis e lui invece con Italo Balbo: ma figuriamoci. Mi rende invidioso il fatto che io dal motoscafo al massimo mi tuffo mentre lui dal motoscafo sparava ai gabbiani, come racconta Francesco Giubilei nella biografia pubblicata da Odoya. Il giovane biografo, romagnolo come il biografato, racconta pure episodi più politici che mostrano come il fascismo non fosse per nulla una dittatura all’acqua di rose, sebbene a molti piaccia pensarlo. Longanesi per continuare a scrivere dovette umiliarsi per vent’anni con quell’idiota di Mussolini che si impicciava di ogni articolo: pensava ai giornali, il Duce, invece di pensare alla situazione dell’esercito che presto avrebbe mandato allo sbaraglio. Invidio Longanesi non per Balbo e non per Mussolini, dunque, ma per la caccia (oggi stupidamente vietata) ai gabbiani, uccelli sporchi e cattivi e pullulanti nelle discariche e nelle brutte poesie: in quegli anni gli scrittori non erano liberi di fare gli scrittori però gli uomini erano liberi di fare gli uomini.
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