Il caso

Pranzo Meloni-Salvini-Tajani per uscire dal caso Sangiuliano. Sul tavolo Rai, Liguria a Manovra

Simone Canettieri

L'appuntamento a Palazzo Chigi per unire il centrodestra dopo le turbolenze della scorsa settimana. In vista della Finanziaria la maggioranza fa sapere di voler concentrare tutte le risorse su "famiglie, imprese, giovani e natalità" mettendo "fine alla stagione dei bonus"

Un pranzo per fare il punto: per uscire dalla bufera del caso Sangiuliano, per cercare di stringere sulla candidatura del centrodestra in Liguria dopo le dimissioni di Giovanni Toti e per, operazione complicata, chiudere la vicenda delle nomine Rai, ancora bloccata in mancanza di sponde politiche per dare il via libera alla presidenza Agnes.

Poi certo c'è sempre la Finanziaria all'orizzonte: poche risorse e tante scelte da compiere. E anche le scelte di politica estera, a partire dall'Ucraina e dalla scelta del governo italiano di fornire, o meno, le armi al presidente Zelensky per portare avanti la controffensiva in Russia.

Per questo motivo oggi Giorgia Meloni vede i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani a Palazzo Chigi, insieme al leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. Il pranzo della leader con i responsabili di Lega e Forza Italia rientra in una formula che la premier vorrebbe istituzionalizzare come appuntamento "fluidificante" almeno due volte al mese. Presente anche il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. 

Con un nota congiunta diffusa al termine del vertice, i tre partiti della maggioranza hanno fatto sapere che il titolare del Mef ha illustrato ai leader del centrodestra la situazione dei conti pubblici ad oggi e le nuove procedure di bilancio alla luce del nuovo Patto europeo, facendo il punto sul Piano strutturale di medio termine, introdotto dalla riforma delle regole del Patto di stabilità e crescita che l’Italia dovrà presentare alla Commissione europea entro il 20 settembre

La linea ufficiale è quella di "proseguire nel solco di una politica di bilancio seria ed equilibrata, confermare quanto di buono è stato fatto e verificare cosa di nuovo può essere attuato concentrando tutte le risorse a disposizione sulle priorità già indicate (famiglie, imprese, giovani e natalità), mettendo definitivamente la parola fine alla stagione dei bonus che hanno dimostrato non produrre alcun risultato". 

 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.