Editoria e politica
La Cavaliera Marina Berlusconi contro il romanocentrismo di governo. Vuole l'Adelphi
Più che la battaglia sullo ius scholae chiede a Tajani un governo meno romano. Le vacanze in Provenza, i libri di Roth. Il 30 ottobre, in occasione della consegna del cavalierato, prepara un'uscita pubblica
I veri cavalieri amano la cavaliera Marina Berlusconi. Vacanze in Provenza, fine settimana a Villa Campari, sul Lago Maggiore, in borsa i libri Adelphi. Vuole la stabilità di governo ma pensa che il governo Meloni sia troppo “romanocentrico”. La fuga in avanti di Antonio Tajani, sullo lo ius scholae, è una bella fuga, ma è la fuga di Tajani. E’ Milano, la sua inattesa marginalità, che interroga Marina. La Cavaliera, il 30 ottobre, per la consegna del cavalierato, può tornare a parlare.
Chi dice che Tajani interviene per conto di Marina Berlusconi, la Cavaliera, sbaglia. La Cavaliera dopo l’intervista al Corriere della Sera, l’intervista sui diritti, sulla sinistra di “buon senso”, potrebbe rilasciare ancora, un’altra intervista, densa, piena, riempire con parole l’onorificenza più alta, il cavalierato che Sergio Mattarella le consegnerà. Una Cavaliera non ha bisogno di ronzini. L’idea che la battaglia sullo ius scholae sia stata pretesa da lei e Pier Silvio sarebbe, e lo racconta chi lavora in Fininvest, “errata”, come altrettanto sbagliato è immaginare la famiglia impegnata a “mettere in discussione un governo”. Questo non significa che l’opinione della famiglia sui migranti, sia “aiutiamoli a casa loro”. La grande questione riguarda piuttosto “il rapporto Milano-Roma”. L’unica richiesta, e questa sì vera, di Marina a Tajani, è stata quella di chiedere al vicepremier volti nuovi. C’è un’attenzione da parte della Cavaliera verso una comunità liberale, la comunità di Renzi e Calenda, che dovrebbe trovare asilo in Forza Italia, ma la vera attenzione di Marina è verso Milano, una città che da due anni si sta allontanando da Roma. Uno dei limiti di governo, per la Cavaliera, è il “romanocentrismo”, un romanocentrismo che la famiglia Berlusconi aggira grazie al prolungamento nella capitale, prolungamento rappresentato da Forza Italia e da Gianni Letta. La famiglia prima delle europee ha contribuito economicamente con donazioni importanti, quasi 800 mila euro al partito. Si tratta di donazioni di oltre centomila euro a testa, donazioni di tutti i fratelli, ma tra i donatori c’è anche il marito di Marina, Maurizio Vanadia. Se c’è una sfida che Tajani dovrebbe dunque intestarsi, per la famiglia, non è tanto quella sulla cittadinanza agli stranieri ma uno “ius Milano”, una città che anche per Marina non riesce ad avere interlocuzioni di rango con l’esecutivo. I tre volti di Forza Italia sono tre volti per bene ma dell’Italia centrale, Tajani-Barelli-Gasparri, ma nel futuro, è l’analisi di Fininvest, banche, imprenditori del nord torneranno a chiedere uno ius al governo Meloni, chiederanno attenzioni che finora sono mancate. I rapporti tra nord e governo li cura un unico ministro, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ma Giorgetti, che ha bisogno di risorse, denaro, chiede adesso agli imprenditori di fare gli imprenditori, di fare sacrifici, “aprite la borsa”. Nelle intenzioni di Marina, Forza Italia dovrebbe fare quello che ha smesso di fare la Lega e interpretare la parte della vecchia Forza Italia del padre: rappresentare gli industriali del nord, l’industria che investe, produce, acquista pubblicità sulle televisioni, sui giornali. Anche i giornali in questi anni di Meloni si sarebbero “romanizzati”. Urbano Cairo quando vuole sapere cosa accade, davvero, a Roma, non chiama la redazione del Corriere della Sera, ma Enrico Mentana e Roberto D’Agostino, la Cavaliera ha invece un rapporto privilegiato con Meloni. L’ultima telefonata Marina-Meloni (viene negato un incontro in Sardegna) ci sarebbe stata prima delle ferie, ferie che Marina ha trascorso in Provenza, Svizzera, Sardegna, e poi a Villa Campari, la villa che che più gli ricorda il padre, tanto da lasciarla al suo interno inalterata. Sul Lago, la Cavaliera legge gli Adelphi, quella casa editrice “capace di fare massa critica”, la casa editrice che presto sogna di acquistare e che ha portato via, a Einaudi, al gruppo Mondadori, i diritti di Philip Roth. E’ una perdita che, raccontano, l’ha fatta infuriare. Il recente acquisto di Mondadori, il 10 per cento di Adelphi, fa parte di una strategia da Cavaliera. Nel 2025-2026 Marina Berlusconi vuole la sua bella battaglia di carta: sfidare Feltrinelli, scalare Adelphi, la casa editrice che permette a Mondadori di non superare le soglie Antitrust. E’ la casa di Calasso, Bazlen, ma è anche la piccola bottega nel cuore di Milano, la città dove i giardini si chiamano Montanelli, il suo corso, Venezia: la città dove le separazioni non puzzano di ricotta, la città del miracolo a Segrate.
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