L'intervista

Palmaroli (Osho): "Mi si chiede equidistanza nella satira solo perché sono di destra"

Simone Canettieri

Parla il vignettista caro a Meloni: "Siamo amici e forse questo un po' mi condiziona. Il cerchio magico di Giorgia? E' normale. Sta giganteggiando specie all'estero"

 Cosa farebbe dire a Giorgia Meloni?

“Quanto se stava mejo all’opposizione!”.

Vede, lei è troppo buono perché è di destra: sono bravi tutti a fare satira sul Pd.

“E no, questo è l’errore: non capisco perché a Vauro non si possa dire nulla o a Natangelo non venga rimproverato di non essere feroce con Giuseppe Conte sul giornale dei 5 Stelle, invece a me si chieda sempre equidistanza perché sono di destra”.

E’ amico di Meloni.

“E quindi? E’ un’amicizia recente: non la vedo da dicembre, ogni tanto giusto qualche messaggio. Devo però ammettere che a sinistra si sdrammatizza di più, mentre a destra, visto che si governa da meno tempo, spesso ci si mette sulla difensiva”.

Federico Palmaroli, 50 anni suonati, alias Osho, dal nome del santone indiano che nel 2015 ha iniziato a far parlare in romanesco. Lavora per il Tempo (dopo una parentesi a Il Giornale), Porta a Porta, scrive libri, fa spettacoli teatrali, cura documentari e fiction (l’ultima è sull’impresa di Fiume).

Impiegato part time con il gusto dello sberleffo: una foto e poi una vignetta. Secca. Grottesca, ma mai violenta. “

Mi piace Makkox, questo sì, ma non sopporto un certo doppiopesismo che viene da sinistra nei miei confronti”.

Ha ironizzato su Giambruno?

“No, perché la ritengo una questione dolorosa, forse mi sarò limitato per coscienza personale. Ma io rispondo a me stesso”.

Sul cerchio magico di Meloni?

“Lollo è il cognato e fa politica da una vita, la sorella Arianna regge il partito: ma è normale che Giorgia si fidi di una persona che è capace e che in più conosce da sempre”.

La classe dirigente di Fratelli d’Italia è all’altezza della leader?

“E’ ancora giovane, e sicuramente si deve ancora formare, in parte. Anche se i ragazzi, ne conosco tanti, non rispecchiano certi stereotipi che spesso leggo”.

Pozzolo, il deputato pistolero.

“Misi la foto di Zelensky al telefono che gli chiedeva se gli avanzavano un po’ di armi”.

Il treno fatto fermare da Lollobrigida?

“Beh, a Capodanno tutti che festeggiano e fanno il trenino e poi uno chiede: perché si è fermato? Risposta di un altro: deve scendere a Ciampino”.

Dopo un anno e mezzo di governo, avrebbe avuto più materiale a disposizione: allora è vero che è un vignettista militante.

“Militante no e nemmeno organico perché non sono mai stato iscritto a FdI, di sicuro più vicino alla destra che alla sinistra, e questo forse mi condiziona. Allora le ribalto la domanda: non capisco perché per esempio sui Ferragnez, ma anche su Soumaoro tanti miei colleghi non abbiano affondato il colpo”.

Non se ne esce. Con Osho la destra cerca l’egemonia culturale anche nel mondo della satira?

“No, al contrario forse è più difficile, perché a sinistra tutto è molto più sdoganato: il Pd è un partito pieno di correnti. E poi Conte...”. Cosa? “Ricordo quando durante il governo gialloverde diceva che avrebbe sbattuto i pugni in Europa e l’Italia tutti i giorni era a rischio infrazione. Adesso, con Giorgia, e non lo dico perché siamo amici, mi sembra che l’Italia giganteggi”. Oggi   su cosa si esercita? “Aspetto di conoscere la prima pagina del Tempo poi mi attiverò subito”. Chissà se ci sarà la destra.  

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.