il partito della premier

FdI si prepara ai congressi. A Roma Rampelli ha il 40 per cento delle tessere

Simone Canettieri

Crescono le adesioni a Fratelli d'Italia, che si prepara a nominare i nuovi responsabili locali. Nella Capitale sarebbero 17 mila i tesserati che fanno capo al cofondatore e ideologo del partito

Squilli di tromba, parla Arianna Meloni, sorella madre e maggiore della premier, partner storica del ministro Francesco Lollobrigida e soprattutto, ecco perché parla, responsabile del dipartimento adesioni e della segreteria politica di Fratelli d’Italia: “La campagna di tesseramento, che terminerà il 31 dicembre 2023, vede un netto incremento delle adesioni nazionali che si attestano intorno alle 280 mila in tutta Italia, circa il 40 per cento in più rispetto all’anno scorso”. Per quanto riguarda Roma, giardino di casa del melonismo per cui c’era stata una proroga di due settimane, ecco i dati. Ancora Arianna Meloni: “Gli oltre 43.000 tesserati della Capitale, a fronte dei 15.000 del 2022, confermano il trend di crescita del partito anche a Roma”. E qui inizia il bello. Secondo calcoli interni 17mila tesserati fanno capo a Fabio Rampelli, l’ideologo cofondatore di Fratelli d’Italia e maestro dei ragazzi, a suo dire ingrati, svezzati a Colle Oppio. Poi 23mila racchiudono il resto del mondo largo di  Fdi (Meloni, Lollobrigida, Aurigemma, Angelilli, Maselli, Ciocchetti) e infine ci sono circa 3mila persone che si sono iscritte online.

L’altra sera è stato Massimo Milani – deputato rampelliano nonché ex responsabile romano poi commissariato dalla premier durante le regionali del Lazio con Giovanni Donzelli – a portare gran parte del pacchetto della ditta dei “Gabbiani” in Via della Scrofa. Si è presentato alle 23.59, un minuto prima del gong, giusto per non perdere un po’ di sano spirito di cameratismo: sorpresa! Ieri in Transatlantico rideva e si coccolava il sigaro con la faccia di chi la sa lunga: la partita è aperta. Il candidato di Roma dovrebbe essere lui per la minoranza, che tale non si sente dalle parti dei fatali colli dove iniziò la cavalcata dell’underdog nazionale. La maggioranza del partito, quella fantastica macchina di potere e fratellanza che ormai sta in Parlamento e in tutti i gangli di Roma, è sicura di stravincere. Il candidato potrebbe essere Marco Perissa, deputato della generazione Atreju, nonché già responsabile di Azione giovani.

Dunque Perissa contro Milani? Teoricamente sì, ma forse chissà. La carta coperta porta a Rampelli, e sarebbe clamoroso e divertente. Il suo nome gira, anche per capire “l’effetto che fa”. Non solo Roma, però. È possibile che si celebrino altri congressi veri in giro per l’Italia (Toscana, Veneto, Calabria,  Sicilia). Il regolamento è quasi pronto: una testa un voto. Per celebrare il congresso di Roma si pensa a un teatro o alla Fiera, come ai tempi di An. Si studia, in generale, una regola per impedire le infiltrazioni di corpi esterni: signori delle tessere che dal nulla si candidano a scalare il partito, specie al sud. Patrioti sì, fessi no.

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.