Esclusivo

Blitz di Meloni: a Fazzolari la comunicazione del governo, ad Arianna la segreteria politica di FdI

Simone Canettieri

Dal 1° settembre il sottosegreterio sarà coordinatore a Palazzo Chigi della linea politica, intanto la sorella della premier diventa la numero due di Fratelli d'Italia: si occuperà di tesseramento, ma anche di liste elettorali

Rivoluzione a Palazzo Chigi: dal primo settembre il sottosegretario alla presidenza Giovanbattista Fazzolari diventerà coordinatore della comunicazione del governo. Così – da quanto risulta al Foglio che è in grado di anticipare e raccontare i dettagli di questa mossa clamorosa – ha deciso Giorgia Meloni. L’ordine è arrivato lo scorso 3 agosto durante una riunione ristrettissima al termine del Consiglio dei ministri.  
Fazzolari si occuperà “di dare la linea politica del governo e di organizzare tutta la macchina comunicativa”.

E’ l’ennesima promozione sul campo del falco meloniano, alter ego del mite Alfredo Mantovano, uomo di codici e mediazioni. La nomina non avrà un seguito formale, in quanto “Fazzo” – detto anche “Spugna” fin dai tempi di Colle Oppio – ha già la delega all’attuazione del programma che manterrà. La svolta arriva in concomitanza con la partenza di Mario Sechi: il giornalista, come si sa, lascerà dopo nemmeno sette mesi l’incarico di capo ufficio stampa del governo per diventare direttore di Libero dai primi di settembre.

Al momento dunque non sarà rimpiazzato. Perché il ruolo di dettare la strategia comunicativa sarà tutto nelle mani di Fazzolari in versione Paolo Bonaiuti (absit iniura verbis). Il sottosegretario è un esponente di spicco della “Fiamma magica” e in più di un’occasione anima incendiaria e un po’ complottista del governo. Basti ricordare la sua crociata contro l’autonomia di Bankitalia (“esprime la visione delle banche”), ma anche, da ultima, la famosa nota classificata come “fonti di Palazzo Chigi” che provocò un cortocircuito con il Quirinale.

Iniziava così: “E’ lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione. E abbia deciso di inaugurare anzitempo la campagna per le elezioni europee”. La nota si riferiva alle inchieste che in quel momento stavano minando la serenità dell’esecutivo e dei vertici del partito: dagli affari delle aziende della ministra Daniela Santanchè fino all’imputazione coatta per il sottosegretario Andrea Delmastro (il 29 novembre l’udienza davanti al gup) passando per le accuse di stupro al figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. Era il 6 luglio. Quel giorno Mantovano era a un convegno e venne a sapere di questa uscita dalle agenzie di stampa: non la prese benissimo. La manina di “Fazzo”, poi rivendicata da Meloni  a margine del vertice Nato di Vilnius, costrinse a un chiarimento di un’ora fra la premier e il capo dello stato. Nonostante questo, la fiducia nei confronti di Fazzolari è inscalfibile. Al punto da affidargli l’organizzazione, dietro le quinte, della macchina della comunicazione scavalcando così anche la storica addetta stampa Giovanna Ianniello (che resta coordinatrice della comunicazione istituzionale). Ma attenzione: le nomine riguardano anche il partito. La più importante porta ad Arianna Meloni.  

 


La sorella maggiore di Giorgia, e partner del ministro Francesco Lollobrigida, non solo ha avuto la delega alle adesioni (il tesseramento), ma è stata nominata responsabile della segreteria politica. E’ scritto sul sito di Fratelli d’Italia. Che la colloca al vertice della piramide di Via della Scrofa in compagnia del coordinatore Giovanni Donzelli e del neo responsabile della comunicazione Andrea Moi (che si è inventato il tour estivo nelle spiagge). Gli altri rimpasti nei dipartimenti riguardano la promozione di Francesco Felini, già nell’ufficio studi del partito, a responsabile del programma (delega lasciata dal suo mentore Fazzolari). Infine una novità: per la prima volta Fratelli d’Italia apre una sezione della segreteria dedicata all’immigrazione. La cui responsabile sarà la deputata Sara Kelany, figlia di un egiziano immigrato in Italia alla fine degli anni ’60. La notizia è la doppia promozione di Arianna Meloni, già entrata nelle settimane scorse nel board della Fondazione di An, la cassaforte immobiliare del partito. “Arianna non ha vinto le primarie, ma le ereditarie”, scherzano, sottovoce, in via della Scrofa a proposito dell’irresistibile ascesa della sorella d’Italia, uscita dal cono d’ombra dopo anni di lavoro in sordina. “Ary” con questo ruolo sarà ancora più incisiva nella vita del partito, a partire dalle liste delle europee. Dunque Meloni non allarga, ma stringe i ranghi. Nel partito come a Palazzo Chigi con il nuovo ruolo cucito su misura per Fazzolari. Una chiamata alle armi per essere pronti a tutto.
 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.