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Le catene delle destra

Tolkien di cittadinanza. Meloni e Sangiuliano impongono la mostra alla Gnam

Carmelo Caruso

Ossessionati dal Signore degli Anelli, Meloni e Sangiuliano impongono alla Gnam una mostra evento e la affidano a un familiare di Bettini, estromesso da Franceschini. E’ questa la vera saga

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Sarà di cittadinanza come il reddito: Tolkien al posto del sussidio. Giorgia Meloni ve lo offrirà la mattina: pane burro e Signore degli Anelli, mentre il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ve lo porgerà la sera insieme a una pastiglia di Futurismo: nella sua farmacia si vende solo quello. Si sta per preparare la grande mostra italiana dell’autunno, sarà organizzata dalla Gnam, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, ed è inutile dire che sarà in memoria dello scrittore britannico, il biberon della destra italiana. Se chiedete a qualsiasi parlamentare di FdI quale libro lo abbia segnato, in coro, vi sentirete rispondere: “Il Signore degli Anelli”. Il libro che rilegge? “Il Signore degli Anelli”. La citazione? “Come scrive Tolkien nel Signore degli Anelli”. Più ve lo ripetono e più viene voglia di portare la copia che possedete al mercatino dell’usato. La mostra l’ha chiesta espressamente la premier che ovviamente (e la metafora è servita) da anni lotta “contro la sinistra, come Frodo lottava contro Sauron, oscuro signore di Mordor”. Il ministro Sangiuliano, da quando ha preso possesso del ministero della Cultura, che è stato l’Anello di Dario Franceschini, non può che essere Gollum. Passeggia per quelle stanze ed esclama: “E’ mio. E’ il mio tesooooro”. Sangiuliano, come si dice in questi casi, ha suggerito la mostra alla direttrice del museo, Cristiana Collu. In breve: si deve fare, la vuole la premier. Il denaro, che non verrà lesinato, viene stanziato direttamente dal ministero. Il 2 luglio, sul palco di Gioventù Nazionale, la festa dei giovani di FdI, Sangiuliano ha annunciato questo imprescindibile evento. L’ha definito “un piccolo regalo”. Se gli comunicate la data del vostro compleanno vi spedisce pure i dvd. Alla mostra su Tolkien seguirà una mostra sul Futurismo, movimento che Sangiuliano è riuscito a fare venire a noia a furia di spruzzarlo  come l’Autan. Il curatore della mostra merita invece un secondo volume. E’ una saga. Ridurre infatti questa formidabile mostra su Tolkien al capriccio di una comunità, quella di destra, non rende giustizia alla creatività del ministro. Quando gli è stato chiesto di immaginare la mostra, il ministro non ha avuto dubbi su chi affidarla. Il cugino di Bettini.


La mostra, nelle  intenzioni di Sangiuliano,  deve essere allestita e curata da Alessandro Nicosia, che sta davvero nella terra di mezzo: destra-sinistra-centro.  Chi si occupa di cultura, a Roma, e non solo, lo conosce. Nicosia  da trent’anni organizza, cura mostre ed eventi, in Italia e all’estero. Direbbero alcuni: “E’ un nome”. E’ stato definito il “Signore del Vittoriano”, l’Altare della Patria, che ha controllato, in pratica, ininterrottamente,dal 1995 fino al 2015, anno in cui l’ex ministro Franceschini lo ha  estromesso. Nasce politicamente a destra (amico di Umberto Croppi, ex assessore alla Cultura di Roma con Gianni Alemanno), ma Nicosia è anche marito di Maria Cristina Bettini, cugina di Goffredo Bettini, il monaco del Pd, il pensatore che ha reso possibile il governo giallorosso, l’Aragorn rosso. O è cortocircuito o hanno sabotato il libro. Nel 2008 Nicosia riesce a compiere un’impresa che neppure Gandalf: organizza il comizio finale di Francesco Rutelli, ma la notte della vittoria di Alemanno era già al suo tavolo a festeggiare. Cumula commesse culturali con Rutelli, Alemanno e Veltroni. La sua società, quella per cui Nicosia è noto, è stata liquidata nel 2018. Si chiamava Comunicare Organizzando srl e la sua storia è facilmente tracciabile attraverso una visura camerale. Il settanta per cento del capitale sociale apparteneva a Nicosia e il restante trenta alla moglie. La società, in precedenza, ha trasferito e acquisito altre aziende. Gli uomini che  si occupano di cultura, per conto della destra, sembrano broker di Wall Street. Nel 2000, Comunicare Organizzando di Nicosia rileva Agenzia Prospettive 1999 in liquidazione. Nel 2015, a sua volta, Comunicare Organizzando, viene ceduta a Mostreitalia – società a responsabilità limitata in liquidazione. E’ una giungla di “quote nominali”, “date di protocollo”: un romanzo da commercialisti. Nel corso degli anni 2010 e 2011, la società di Nicosia aveva ricavi che superavano i dieci milioni di euro. Per conoscere il dopo, l’al di là societario, dopo quegli anni magici, servirebbe una puntata di “Report” che vi risparmiamo: a ciascuno il suo. L’unica cosa certa è che Nicosia continua  a curare mostre. Era di Nicosia la recente mostra “Lucio Dalla. Anche se il tempo passa” (c’è pure il libro) al museo dell’Ara Pacis di Roma, fino allo scorso 6 gennaio. Ed era di Nicosia la mostra “Le Marche. L’unicità delle molteplicità” ospitata a Palazzo Poli, sempre a Roma. Una volta, il sottosegretario alla presidenza, di FdI, Giovanbattista Fazzolari, ebbe a lamentarsi dello strapotere della sinistra: “Ma è mai possibile che la cultura debba essere gestita da decenni, dalla sinistra romana? Ci sono uomini che hanno gestito per anni quel ministero, anzi, decenni!”. Aveva ragione. Sono figure come Nicosia, professionisti, che il ministro della Cultura, Sangiuliano, sta scegliendo. Sono cugini di un dirigente di sinistra, come Bettini, che la destra ha maltrattato come fosse un cavaliere nero. Era invece il loro Grampasso. E va detto: solo in Italia Tolkien si è mutato in una nevrosi. Ossessionato da questo scrittore che, fosse per Sangiuliano, inserirebbe  a scuola al posto del Manzoni (Dante, si sa, per lui è di destra) lo celebra modello Giubileo, ne affida la curatela al cugino di Bettini. All’inaugurazione si faranno pure la fotografia. Qui l’unico Signore degli Anelli è il cameriere che li porge ai vernissage: “Prego, gradisce due totani?”.

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