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l'intervento

Amato: "Meloni sia europeista e si allontani da Orbán"

Redazione

Il presidente emerito della Consulta chiede alla premier di fare una scelta: "Un ruolo di primo piano nell'Ue non lo eserciti stando al fianco dell'Ungheria: sarebbe una politica suicida"

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Secondo Giuliano Amato, presidente emerito della Corte Costituzionale, Meloni deve scegliere: stare con l'Europa o con il presidente ungherese Viktor Orbán. Un ruolo di primo piano nell'Unione "non lo eserciti stando al fianco di Orbán. Sarebbe una politica suicida. Il premier che non vuole popoli di razza mista non vale la Francia o la Germania", dice intervistato da Repubblica. Ecco perché stando alle tesi dell'ex presidente del Consiglio "la destra italiana è in mezzo a una contraddizione", a meno di un anno dalle elezioni europee che porteranno Meloni a dover fare una scelta con chi allearsi per esprimere il prossimo presidente della Commissione.

 

Amato iscrive il discorso sull'Italia e l'Europa in un ragionamento più ampio: "Vedo tracce di una fragilità crescente della democrazia nel nostro paese, ma le vedo ancor di più negli Stati Uniti", dice, riprendendo le parole e le analisi di personalità come Romano Prodi e Joseph Stiglitz. Ed è proprio per questa fragilità intrinseca delle democrazie che Fratelli d'Italia dovrebbe fare i conti con le proprie origini: "È impensabile che governanti e cariche istituzionali che giurano fedeltà alla Costituzione non riconoscano l’antifascismo. Senza l’antifascismo non ci sarebbe la Costituzione. Dentro il suo partito resistono ancora i robusti residui di cultura fascista, di cui se ne dovrebbe liberare al più presto".

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A proposito della questione Corte dei Conti e gestione del dossier Pnrr, Amato ha una posizione critica nei confronti del governo: "Togliere completamente quel controllo della Corte dei Conti è un errore. Sarei stato più elegante: l’avrei ripristinato nel modo collaborativo in cui l’aveva pensato Brunetta", ragiona.

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Mentre su un altro tema caldo che tocca questioni etiche, Amato ricorda che fu lui stesso a "scrivere parole di fuoco contro la maternità surrogata nella sentenza della Corte Costituzionale". Eppure il dl della maggioranza che vorrebbe renderla reato universale non lo trova favorevole: "Sono assolutamente contrario perché porta la propria giurisdizione al di là di ciò che le è consentito". Anche perché "il rischio è ostacolare le adozioni. Al Parlamento la Corte Costituzionale ha chiesto di tutelare nel miglior modo possibile l’interesse dei minori"

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