Elly Schlein (Ansa)

Editoriali

Le sbandate di Schlein sull'Ucraina: al posto di De Luca mette l'unico che ha votato no alle armi a Kyiv

Redazione

Al posto del figlio del governatore della Campania, la segretaria promuove a vicecapogruppo del Pd Paolo Ciani. Da deputato ha votato contro la linea del partito sull'invio di armi in Ucraina

Il capodelegazione a Bruxelles, Brando Benifei, aveva appena tentato di chiarire, con scarsa efficacia, il pasticcio del voto tripartito del Pd  (10 sì, 4 astensioni e un no) sul regolamento Asap per la produzione di munizioni dicendo che il Pd è senza alcun dubbio a favore degli aiuti militari all’Ucraina, che Elly Schlein ha deciso di dare un altro colpo alla traballante credibilità sulla politica estera del partito. Nel rimescolamento delle cariche, la segreteria ha deciso di rimuovere Piero De Luca dalla carica di vice presidente del gruppo alla Camera. C’è sicuramente un elemento di ostilità politico-familiare, nel senso che Schlein è impegnata in un braccio di ferro contro il terzo mandato del di lui padre, Vincenzo De Luca, alla presidenza della regione Campania. E si tratta di una scelta pienamente legittima. Non è neppure un grosso problema il fatto che De Luca jr. sia un esponente vicino all’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che nel partito è quello più schierato a favore del sostegno all’Ucraina.

 

Il vero problema è la scelta del sostituto: Paolo Ciani, esponente di Demos e della Comunità di Sant’Egidio, che è stato l’unico del gruppo dem ad aver votato contro il decreto che consente il sostegno militare a Kyiv. “Ho votato no al nuovo invio di armi in Ucraina. Le armi non portano la pace, le armi uccidono, protraggono le guerre, portano morte e distruzione”, dichiarò. E ancora: “Assistiamo a un forte regresso culturale con il prevalere di una visione fortemente bellicista”. Un partito non diciamo serio, ma vagamente normale, già non farebbe vicecapogruppo un esponente di un altro movimento. Ma soprattutto in un partito normale chi vota all’opposto su un tema fondamentale come la politica estera e di difesa  verrebbe accompagnato alla porta. Invece nel nuovo Pd di Schlein l’unico deputato che ha votato contro la linea del gruppo viene promosso a vice presidente del gruppo. C’è un evidente problema di lucidità nel vertice del Pd, ma la cosa peggiore è che una scelta del genere venga approvata dal gruppo parlamentare.

Di più su questi argomenti: