Foto tratta dalla pagina Facebook di Giuseppe Marchionna

A Brindisi fronte “antifascista” contro il sindaco che accolse gli albanesi

Annarita Digiorgio

Giuseppe Marchionna, sostenuto dal centrodestra insieme al terzo polo, è stato il più votato al primo turno. Era stato sindaco a Brindisi nel 1991, quando affrontò con umanità e capacità il grande sbarco dei profughi albanesi

Brindisi. Se Brindisi non ha un rigassificatore la responsabile principale è dell’avvocato Roberto Fusco. Un civilista che negli anni 2000, su mandato di comune e provincia, si batté nelle aule di tribunale sino alla Commissione europea per impugnare, confiscare e bloccare il progetto della British Gas. Oggi il Partito democratico lo candida sindaco di Brindisi, unico capoluogo che va alle amministrative in Puglia. Dopo che  si era presentato nel 2012, senza risultati, sostenuto da Italia dei Valori e Rifondazione Comunista. Poi, vista l’affinità con Giuseppe Conte, è passato al M5s. Il Pd, per sostenerlo in una colazione giallorossa, ha scaricato il sindaco uscente Riccardo Rossi, con cui è stato in maggioranza fino all’ultimo giorno, e che si è ripresentato, senza arrivare al ballottaggio, con Bonelli e Fratoianni.

Al ballottaggio è arrivato primo, prendendo il 44 per cento contro il 33 di Fusco, Giuseppe Marchionna, sostenuto dal centrodestra insieme al terzo polo. Un socialista vecchio stampo, economista, scrittore di romanzi e saggi, riformista. E’ già stato sindaco di Brindisi nel 1991, divenendo famoso per aver affrontato con umanità e capacità il grande sbarco degli albanesi: 25 mila in un giorno. Per questa ragione ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Valona: “Marchionna è nella storia dell’Albania. Dovrebbe essere impiegato dal governo italiano per fare lezioni private ai politici ossessionati dalle barche”, ha detto di lui il primo ministro albanese Edi Rama. Oggi quei profughi, che nel frattempo sono diventati brindisini, lo votano in massa perché gli sono ancora riconoscenti.

Con la fine della prima repubblica travolta da Tangentopoli si è iscritto, come molti socialisti di quella stirpe, alla prima Forza Italia continuando a fare politica nella sua città. Ed è stato il partito azzurro a spingere per la sua ricandidatura oggi, perdendo un alleato che in Puglia conta molto: Raffaele Fitto, che sosteneva un suo fedelissimo di FdI. Regista della manovra Mauro D’Attis, brindisino e coordinatore regionale di Forza Italia, che con il 12 per cento ha registrato a Brindisi il miglior risultato di FI in Italia: “C’era la necessità di andare oltre lo schema classico e Marchionna riusciva ad aprire la coalizione. Siamo riusciti a fare questo esperimento di avere con noi, oltre al centrodestra unito, anche il terzo polo su un programma contro i no che hanno bloccato Brindisi”. Lo schema potrà essere applicato in tutta Italia? “Spesso in aula votiamo con lo stesso colore di Azione e Italia viva su giustizia, impresa, ambiente e libertà economiche. Anche a livello regionale è così. Da Brindisi credo si possa guardare con attenzione a questo schema”, risponde D’Attis. Ce lo conferma Ettore Rosato, parlamentare di Iv, che è stato a Brindisi per sostenere Marchionna: “Il centrosinistra spaccato non ha saputo indicare una proposta concreta, noi abbiamo risposto appoggiando una persona di grande spessore con un programma che condividiamo, moderato e aperto allo sviluppo”.
Per sostenere Marchionna è arrivato a Brindisi mezzo governo: Crosetto, Pichetto, Abodi, Zangrillo, Sangiuliano e tre quarti dei sottosegretari. Giovedì per la chiusura ci sarà Tajani. Tutti tranne Fitto, a cui Meloni ieri ha fatto un dispetto: ha detto del prossimo G7 in Puglia prima ad Emiliano che al ministro. A D’Attis non è scesa giù: “Spero che il ministro troverà il tempo di venire a sostenere il centrodestra a Brindisi”, mentre ha espresso solidarietà verso l’ex sindaco Rossi tradito dal Pd.

Conte e Schlein avevano promesso che avrebbero chiuso insieme, la campagna elettorale ma al momento è previsto solo il terzo ritorno dell’ex premier mercoledì. Schlein non si è fatta vedere, ma refrein del Pd è sempre lo stesso. Nonostante dall’altra parte ci sia un candidato socialista, moderato, sviluppista e noto per aver accolto i migranti come Marchionna, il Pd ha già lanciato  l’appello pavloviano contro la destra fascista: “Dobbiamo unirci contro questa destra che indebolisce il mondo del lavoro! Antifascismo, tutela dell’ambiente, lotta alle diseguaglianze e lotta per il lavoro uniscono il nostro campo”.

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