l'intervento

Mattarella a Varsavia: "Sull'immigrazione l'Ue superi alcune regole preistoriche"

Ospite del presidente polacco Duda, il capo dello stato chiede un cambio di passo sulle politiche migratorie e ribadisce il sostegno del continente all'Ucraina: "Saremo solidali finché ce ne sarà bisogno"

Redazione

Pubblichiamo di seguito il discorso integrale che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto a Varsavia, ospite dell'omologo polacco Andrzej Duda.


 

Ringrazio molto il Presidente Duda per l’accoglienza così amichevole che mi riserva, insieme alla delegazione che mi accompagna. Ed è per me molto importante questa visita per ribadire, insieme, l’amicizia tra Polonia e Italia, la simpatia che lega i nostri popoli da sempre e la grande collaborazione che vi è.

Come il Presidente Duda ha ricordato, abbiamo una collaborazione economica importante; l’interscambio dell’anno passato è stato in crescita, speriamo che cresca ulteriormente e che si sviluppi sempre di più la collaborazione fra le nostre aziende. Abbiamo una collaborazione di grande importanza anche sul piano culturale, come ha ricordato il Presidente, tradizionale. Uno scambio culturale che è nato tanto tempo addietro e che vede in Italia un grande interesse per la cultura polacca.

Quest’anno sarà celebrato in Italia il centenario della nascita di Maria Wisława Anna Szymborska, la poetessa che ha conquistato il Premio Nobel. Vi sono diverse iniziative in Italia per ricordarla. Sono lieto di andare dopodomani alla grande Università Jagellonica e di andare a Cracovia - la città del Presidente - per ribadire, anche lì, la grande amicizia che lega i nostri Paesi.

Naturalmente è un’amicizia che è stata consacrata a Montecassino. Non dimentichiamo il contributo per la nostra libertà che i giovani polacchi hanno offerto in quella battaglia importante per l’esito della Seconda Guerra Mondiale in Italia. È stato per me non soltanto un piacere, ma un onore essere presente quattro anni fa con il Presidente Duda a Montecassino al cimitero. E lo sarà anche l’anno venturo.

Naturalmente, in questo momento, su tutti questi aspetti di grande collaborazione, importante, - che continuiamo a curare - è preminente l’interesse e l’attenzione al settore della sicurezza, per quel che sta avvenendo, con la brutale aggressione della Federazione russa all’Ucraina. Con un’esigenza di sostegno all’Ucraina in cui abbiamo registrato una piena sintonia nei colloqui di poc’anzi. Sintonia piena che significa sostegno all’Ucraina finché è necessario, finché occorre, sotto ogni profilo: di forniture militari, finanziario, umanitario, per la ricostruzione del Paese, con una convinzione che questo riguardi non soltanto l’Ucraina, e non soltanto i Paesi vicino all’Ucraina come la Polonia, ma riguardi tutti i Paesi che si richiamano alla libertà delle persone e dei popoli.

Perché questo è quello che è in questione ed è messo in pericolo dall’aggressione russa. Come ha detto bene il Presidente Duda, se l’Ucraina fosse lasciata alla mercé di questa aggressione, altre ne seguirebbero. E la connessione mondiale precipiterebbe.

Ma l’Ucraina ha diritto alla solidarietà, e noi la garantiamo in pieno finché è necessario, sotto ogni profilo. Anche perché siamo tutti quanti, come è ben noto a tutti noi, inorriditi da alcuni comportamenti disumani che, nella guerra, vengono utilizzati da parte delle Forze armate russe, colpendo bersagli di infrastrutture civili, colpendo luoghi di abitazioni civili, in maniera da rendere ancor più crudele l’aggressione in corso. Tutto questo ha richiesto, naturalmente - ed è un dato molto importante - una grande coesione di tanti Paesi intorno all’Ucraina.

I Paesi europei stanno svolgendo nell’Alleanza atlantica una grande opera di sostegno sotto ogni profilo. E siamo lieti che quest’anno abbia visto l’ingresso nella NATO della Finlandia. E ci auguriamo che possa giungere presto l’ingresso effettivo della Svezia.

La compattezza dell’Alleanza è un dato importante, così come lo è stato parallelamente alla compattezza dell’Unione europea che esprime, in tutti i modi, sostegno all’Ucraina, impegnandosi attivamente e concretamente.

In questo vi sono state adesioni alle sanzioni nei confronti della Russia indispensabili per far comprendere la gravità del comportamento di quanto avvenuto; così come è importante che l’Unione europea abbia manifestato che vede in questa vicenda, in questa brutale e inaccettabile aggressione alla libertà, all’indipendenza, all’integrità territoriale dell’Ucraina, in gioco i suoi valori di fondazione.

Così come l’Alleanza atlantica, l’Unione europea è nata per difendere la libertà delle persone e dei popoli, per difendere la democrazia, per difendere lo Stato di diritto. Tutto questo è in gioco in questo momento. E per questo l’Unione europea è in gioco sul fronte ucraino, come lo è l’Alleanza atlantica. E questa coesione dei Paesi dell’Alleanza e dell’Unione europea è particolarmente importante da preservare in ogni passaggio, anche in avvenire.

Abbiamo parlato, con il Presidente - come ha cortesemente ricordato - anche delle migrazioni: fenomeno che la Polonia conosce bene, non soltanto per la grande ospitalità che è generosamente offerta a milioni di profughi ucraini - e questo è oggetto di ammirazione da parte dell’Italia - ma anche per quello che è avvenuto, ai confini con la Bielorussia, di introduzioni clandestine di immigrati.

Tutto questo richiede - come noi sappiamo bene in Italia, per la grande affluenza, in crescita dai Paesi africani, e non soltanto da quelli africani ma anche da Paesi asiatici - che venga affrontato il problema dall’Unione europea come problema dell’Unione.

Nessuno Stato, da solo, può affrontare un problema così epocale. Ma l’Unione europea può farlo con un’azione coordinata e ben organizzata. E questo è un tema che richiama alla responsabilità dell’Unione, e richiama a una nuova politica di immigrazione e di asilo dentro l’Unione, superando vecchie regole che sono ormai della preistoria.

Tutto questo richiama anche al rapporto che vi è con il Continente africano, come il Presidente Duda ha cortesemente ricordato. È un rapporto importante, in cui si stanno esercitando pressioni e iniziative destabilizzanti. Quanto avviene in queste ore in Sudan è allarmante. L’azione della Wagner in tanti Paesi africani richiama a grande allarme la NATO e l’Unione europea.

Questo richiede un’azione dell’Unione europea attiva, protagonista, che si impegni fortemente su questi fronti. Tutto questo richiama anche - e vorrei concludere su questo per sottolineare l’importanza di quanto ha detto il Presidente Duda - alla configurazione dell’Unione europea, al suo allargamento.

L’anno passato l’Unione ha adottato la storica decisione di assegnare lo status di candidato all’ingresso nell’Unione all’Ucraina e alla Moldova. È stata una scelta storicamente importante, anche nel senso della storia, che va coltivata fino alla sua concreta realizzazione.

Naturalmente questo riguarda anche i Paesi dei Balcani occidentali. Come ha detto il Presidente Duda, abbiamo registrato pieno consenso e sintonia anche su questo. Paesi che da tempo sono in lista d’attesa per entrare nell’Unione stanno facendo sforzi importanti per farlo. E occorre accelerare quel processo di adesione per creare una compattezza reale di libertà e di valori comuni in Europa che contrasti questa nuova offensiva antistorica cui stiamo assistendo in questo periodo.

Per tutto questo ringrazio il Presidente Duda, per i colloqui che abbiamo avuto, per la sintonia registrata e per l’ospitalità così affettuosa che ci riserva.

Grazie Presidente, con molta amicizia.

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