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Meloni? No, meglio Salvini. L'endorsement di Le Pen è un regalo ai nemici della Lega

Redazione

Contro la Nato, euroscettica e contraria ad aiutare Kyiv. La sovranista francese contesta alla premier italiana una posizione troppo atlantista. "Non sono la gemella di Giorgia, resto fedele a Matteo". 

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Meloni? No, meglio Salvini. Questione di appartenenza, di lealtà e di vedute, comuni. Marine Le Pen non vuole paragoni con la premier italiana, la considera forse, a suo modo, troppo moderata. Si ritrova invece, molto di più, nelle posizioni della Lega, dalla contrarietà allo Ius soli alla politica estera.

 

E allora: "Non sono la sorella gemella di Meloni, resto fedele a Salvini", ha detto la leader del Rassemblement National in un'intervista a Repubblica in cui affronta i principali nodi della politica, francese e internazionale. "Rimango euroscettica, convinta che la Francia debba uscire dal comando integrato della Nato, contraria alla consegna di armi offensive all’Ucraina", Dice anche che la vittoria di Putin "sarebbe una catastrofe", prospettando però una soluzione pacifica purché sia. Parole che ricalcano a tratti quelle pronunciate in Aula in più occasioni dal capogruppo leghista in Senato Massimiliano Romeo, in occasione delle discussioni dei decreti sull'Ucraina. Quando si chiedeva: "Ma davvero qualcuno pensa di sconfiggere militarmente la Russia?".
  
Non sorprende allora che la sovranista francese abbia accolto di buon grado la posizione di Emmanuel Macron sull'autonomia strategica dell'Europa. Anche se il presidente francese "è incoerente, perché si sottomette a Europa e Stati Uniti". Un po' lo stesso tipo di critica che muove a Giorgia Meloni (a cui riconosce una preferenza, comunque, rispetto a Draghi) mentre rivendica il ruolo di Parigi sullo scacchiere globale. "La Francia ha un’eredità politica e un’indipendenza a livello internazionale. Meloni è favorevole alla Nato perché è italiana. Ci sono parti del suo progetto che non condivido", ribadisce. 

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Nel frattempo guarda oltre, alle prossime presidenziali, consapevole comunque che il 2027 è ancora lontano: "Oggi sono la
candidata naturale della mia famiglia politica, ma non una candidata a vita". Più facile guardare alle prossime Europee, che si terranno nella primavera del 2024. Le Pen ha un obiettivo ambizioso, un gruppo dei sovanisti a Bruxelles: "Lo spero, perché abbiamo
convergenze su temi essenziali", dice con riferimento a sovranismo e lotta all'immigrazione
. E certo, ci sono anche differenze tra i vari paesi "ma credo che sia possibile convivere in un gruppo molto ampio, che potrebbe essere il più numeroso del Parlamento europeo".

   

Una costruzione che, leggendo le dichiarazioni di Le Pen, non potrà che cercare una sponda italiana nella Lega. "Politicamente mi sento più vicina a Matteo Salvini", spiega infatti in un altro passaggio. "Non adatto il mio discorso ai risultati elettorali: sono una persona leale".

Solo che a ben vedere, nonostante la crescita nei sondaggi registrata nelle ultime settimane, la leader sovranista francese non è mai riuscita a superare quell'isolamento politico che ha reso finora impossibile la scalata all'Eliseo. E con queste posizioni sembra difficile possa accadere oggi. Tanto che sorge un dubbio: ma non è che con questo endorsment a Salvini volesse fare un regalo ai nemici de Carroccio?

 

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