(foto Ansa)

Il caso

La Lega attacca Busia (Anac) per le critiche sul Codice degli appalti: "Si dimetta". Poi il dietrofront

Redazione

Il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione aveva criticato la nuova norma sugli appalti. Rixi: "Così delegittima il lavoro dei sindaci". Critico anche il Terzo Polo. La replica di Busia: "I sindaci sono eroi". Salvini: "Bene la correzione di rotta"

Le parole del presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia sono “gravi, inqualificabili e disinformate: se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo. Busia ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile”. A dirlo è il responsabile enti locali della Lega Stefano Locatelli, in risposta alle varie interviste rilasciate quest'oggi ai giornali dal numero uno di Anac: quelle in cui si critica fortemente il nuovo Codice degli appalti varato martedì in Consiglio dei ministri perché esporrebbe le pubbliche amministrazioni al rischio di favoritismi "agli amici degli amici". In realtà durante la mattinata è poi arrivata una replica dello stesso Busia, che ha definto i sindaci "degli eroi". Ragion per cui il Ministero dei Trasporti ha diffuso una nota in cui giudica favorevolemente "l’evidente correzione di rotta del Presidente Anac". Aggiungendo anche come il ministro Salvini sia "sempre disponibile al confronto".

 

Già dalle prime ore di oggi s'era capito che quelle dichiarazioni stonassero particolarmente con l'impostazione di un governo che sul nuovo Codice degli appalti ha riposto molte delle sue aspettative. In particolare il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, che ha voluto seguire da vicino, passo dopo passo, il dossier. E infatti l'intervento di Locatelli non è stato un caso isolato. Perché subito dopo sul punto si è espresso anche il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi, molto vicino a Salvini (oltre a essere il suo numero due al ministero di Porta Pia). "Il nuovo Codice degli appalti si basa sul principio della fiducia e sul principio del risultato. Spiace che l’attacco del presidente Busìa e dei detrattori della nuova norma risponda a una logica di deresponsabilizzazione che rischia di delegittimare il prezioso lavoro che le pubbliche amministrazioni svolgono ogni giorno nella gestione dei contratti pubblici", ha detto Rixi. Dichiarazioni che hanno trovato una sponda nel Terzo polo. "Le proteste del presidente Anac di fronte alle semplificazioni del Codice appalti: insinua addirittura che favorisce il voto di scambio nei Comuni. E' vero esattamente il contrario. Meno burocrazia, meno intrallazzi. Da rivedere piuttosto il ruolo di Anac", ha scritto su Twitter il deputato di Azione-Italia viva Enrico Costa.

 

Di tutt'altro segno invece la lettura del Pd, che lette in agenzia le parole degli esponenti della Lega ha difeso l'Anac. "La Lega sferra un attacco scomposto e inaccettabile al presidente dell'Anac per nascondere quello che il suo governo cancella: concorrenza, trasparenza e qualità degli appalti", ha detto la neocapogruppo alla Camera Chiara Braga. "Questo Codice non ha nulla a che fare con gli obiettivi giusti di rapidità e semplificazione. E' la solita ricetta della destra, insofferente alla legalità e senza nessuno scrupolo a sacrificare dignità e sicurezza del lavoro con il subappalto selvaggio". 

 

In tarda mattinata, come anticipato prima, è poi arrivata la replica dello stesso Busìa. "'Amministratori corrotti? No, nel modo più assoluto. I sindaci, soprattutto nei piccoli comuni, oggi sono degli eroi. Svolgono una funzione essenziale, importantissima, pagati pochissimo e si assumono grandi responsabilità'', ha detto ospite in tv. "Verso i sindaci Anac nutre solo ammirazione, come pure verso i funzionari pubblici - ha aggiunto - Sono persone nella stragrande maggioranza che servono l'istituzione e lavorano per fare bene. La fiducia che Anac dà ai sindaci è piena". Da qui la nota del Mit che annuncia una distensione dei rapporti.

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