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Il sondaggio

Tra Giarrusso e altre polemiche, Bonaccini è sempre più favorito per la segreteria Pd

Ruggiero Montenegro

Il presidente dell'Emilia-Romagna è al 46 per cento tra gli elettori dem. Schlein insegue con il 23, molto staccati Cuperlo e De Micheli, che oggi ha presentato la sua mozione e propone un registro per le correnti. Al Nazareno intanto monta lo scetticismo sull'ingresso nel partito dell'ex M5s: "Chieda scusa"

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Più Bonaccini che Schlein. Toccherà aspettare l'esito delle primarie del 26 febbraio, ma è tra loro due che con tutta probailità verrà nominato il prossimo segretario. La tendenza, già chiara da tempo, continua a consolidarsi. L'utima fotografia, dopo un fine settimana di incontri e convention, arriva da un sondaggio Emg per Agorà. E al netto della polemica di queste ore sull'ingresso di Dino Giarrusso nel partito, Stefano Bonaccini raccoglie, tra gli elettori del Pd, il 46 per cento dei voti. Elly Schlein insegue, parecchio distanziata, con il 23 per cento dei consensi. 

Si dividono i resti Paola De Micheli, intorno al 10 per cento, e Gianni Cuperlo che raccoglie il 6 per cento delle preferenze. Prima dei gazebo e delle primarie aperte, tuttavia, saranno gli iscritti ai circoli dem a doversi esprimere sulle singole mozioni, indicando i due profili su cui si voterà a febbraio. Difficili grosse sorprese, tutto lascia intedere che la partita sarà tra il presidente dell'Emilia Romagna e la sua ex vice, mentre anche i big del partito si dividono sulla radicalità di Schlein e l'approccio più riformista di Bonaccini. 

Se la scorsa settimana, a tener banco, è stata la discussione sul manifesto dei lavori e sul rientro dei transfughi di Articolo uno –Speranza, Bersani e compagni – , nelle ultime ore la polemica è arrivata da Milano: "Annuncio oggi ufficialmente il mio ingesso nel Pd’', ha detto sabato Giarrusso, dal palco della convention meneghina di Bonaccini. "Entro in punta di piedi", ha spiegato l'ex M5s, con un passato televisivo alle Iene, che ha reso pubblico l'apprezzamento per il governatore emiliano. Era nell'aria – il giornalista era già stato avvistato a un evento di del candiato segretario. E però un annuncio, con queste modalità, non se l'aspettava nessuno. Secondo alcuni retroscena nemmeno lo stesso Bonaccini, il cui staff era sì al corrente dell'intervento di Giarrusso ma non si attendeva queste dichiarazioni: "Diciamo che c'è stato un disguido tecnico organizzativo, mettiamola così", è stato il commento dopo la convention. 

Al Nazareno non hanno ancora dimenticato le dure uscite dell'europarlamentare – 120 mila preferenze (un record tra i grillini) nella circoscrizione Sicilia e Sardegna – contro il Pd. Tanto che lo stesso Bonaccini, dopo le perlessità avanzate pure da Dario Nardella e Piero Fassino che lo sostengono alle primarie, ha voluto specificare: "Siamo un partito aperto a chiunque, se vorrà entrare nel Pd prima di tutto chieda scusa". Ha provato così a gettare acqua sul fuoco. Mentre dalla base del Pd fino ai piani più alti si levavano voci fortemente critiche verso Giarrusso. Quelle di Enrico Borghi, di Giorgio Gori e di Beppe Provenzano, a testimonianza di una diffidenza trasversale.

 

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Diffidenza condivisa pure da Paola De Micheli, che oggi ha presentato nel circolo Pd di Testaccio a Roma la sua mozione: "Fine del partito maschilista", un registro per le lobby, in cui tener conto di tutti gli incontri di parlamentari e dirigenti, e uno per le correnti, tra le proposte principali. L'ex ministra chiede anche di "riscrivere completamente lo Statuto dei lavoratori". Prima ancora, a proposito di Giarrusso, De Micheli aveva spiegato: "Ci dobbiamo aprire, però si deve fare un percorso, non può essere solo l’acquisto di una tessera. Io sono la sindacalista degli iscritti, che devono decidere tutto. Ma questo ha bisogno di un percorso, di conoscenza della nostra comunità. Le porte girevoli hanno questo difetto, entri in un minuto e esci in un minuto", le sue parole a Radio immagina, prima di attaccare l'attuale direzione dem per un "congresso fatto così". 

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Più cauta è stata invece l'altra candidata: "Non mi esprimo su questo, ognuno si sceglie la sua squadra", ha detto Elly Schlein affidandosi, almeno per il momento, alla diplomazia. D'altra parte, Schlein la tessera Pd l'ha presa da poche settimane ed è lei, più di tutti, a sostenere l'idea di un partito sempre più aperto. Dopo un weekend che l'ha vista a Torino, Genova e poi in Emilia-Romagna, la deputata dem sarà oggi di nuovo a Roma, nel quartiere Garbatella, per continuare la corsa verso la segreteria. 

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