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Governo ed editoria

Fox news Meloni: il piano degli Angelucci per "donare" i giornali alla premier

Carmelo Caruso

Gli editori di Libero sono a un passo dall'acquisto de Il Giornale e trattano anche per La Verità. La paura di Forza Italia: "Sarebbe letta come una resa". Il Cav. costretto a decidere

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Il futuro e la forma del centrodestra si decidono da questa operazione. La chiamano operazione “Fox Meloni”, Fox da Fox News, la televisione americana repubblicana e conservatrice. L’idea: possedere tre quotidiani d’area, schierarli a favore del governo Meloni e rendere evidente il “disimpegno” di Silvio Berlusconi. E’ il piano che insegue il gruppo Angelucci, editore di Libero e il Tempo. A Roma, nella maggioranza, viene ora definito “un piano politico prima ancora che editoriale”. Si costruirebbe un polo notevole formato da Libero, il Giornale, la Verità, Il Tempo. Direttori e firme di quei giornali vengono da esperienze comuni e sono ospiti fissi nelle trasmissioni Mediaset. E’ carta stampata ma è come se fosse televisione. Nascerebbe un gruppo capace di costruire racconto e polemiche. Sono “sostanze” che servono per assemblare trasmissioni e telegiornali. Non è solo la vendita del giornale fondato da Montanelli. In Forza Italia si è convinti che “la vendita  sarà letta come la resa incondizionata al progetto meloniano”. A fine dicembre è stata firmata una lettera di intenti tra la società che edita il Giornale e il gruppo Angelucci. In queste ore è al lavoro una “due diligence” (lo scambio di dati tra le due società) che si avvia alla conclusione. Tra pochi giorni è prevista la firma. Da quel momento passano altri quaranta giorni. Lo stato può infatti esercitare la golden share. A Milano viene garantito che se Berlusconi non dovesse cambiare idea entro 48 ore “la vendita è fatta”. Berlusconi la può cambiare.


Più volte, almeno tre negli ultimi anni, il Giornale è stato vicino alla vendita (l’ultimo tentativo risale all’anno scorso e la trattativa era sempre con la famiglia Angelucci) e ogni volta si è ripetuta la frase che se “Berlusconi vende il Giornale significa che esce di scena” così come il canovaccio: famiglia contro partito. Anche oggi il partito prova a fare retrocedere Berlusconi. Gli suggeriscono che “il pericolo è in casa. Meloni può contare sulla simpatia di Travaglio. Ad Atreju, a intervistare Nordio avevano chiamato lui”. Si teme che l’acquisto della famiglia Angelucci possa rivelarsi il prezioso “dono” alla premier, una premier che ha cominciato a comprendere la forza dei giornali, anche quelli di area. La polemica sulla benzina non nasce infatti sui giornali di centrosinistra. E’ sufficiente andare in archivio e accorgersi che a lanciare l’allarme benzina è stato proprio il Giornale. Titolo dell’8 gennaio 2023: “Sciacalli dell’inflazione”. Catenaccio: “Il gasolio sfonda il muro dei 2,5 euro al litro (…) servono provvedimenti”. 10 gennaio 2023, titolo: “Benzina, giù i prezzi”. Catenaccio: “Lega e FI vogliono interventi contro il caro carburanti”. 12 gennaio 2023, titolo: “Guerra sulla benzina”. Catenaccio: “Meloni difende la scelta di non tagliare le accise”. Il pensiero sciocco è guardare solo alle vendite. I quotidiani generano un effetto moltiplicatore, sono letti da imprenditori, alta intendenza dello stato. Sono la “mappa” di cui si servono i colleghi dei tg, delle radio. E i grandi giornali stranieri. La figura che lavora alla “Fox news Meloni” è Antonio Angelucci, deputato della Lega e in passato di FI. E’ lo stesso che sta trattando con Maurizio Belpietro il possibile acquisto della Verità. E’ un giornale fondato dopo uno scontro violentissimo tra la famiglia Angelucci e Belpietro. Il rapporto tra Belpietro e Angelucci si è risanato ed entrambi potrebbero avere benefici dalla cessione. Belpietro può capitalizzare l’investimento, Angelucci aggiungere un quotidiano che farebbe inevitabilmente concorrenza a Libero e Giornale. Si incrociano dunque politica, affari, editoria. Gli Angelucci che operano nel business della sanità, forti nel Lazio, si preparano a intercettare il cambio d’epoca in Lombardia.

 

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Alle prossime elezioni regionali FdI farà il grande risultato e avrà voce in materia sanitaria. Nello stesso tempo FdI ha presentato un emendamento a firma del deputato Walter Rizzetto per il prepensionamento delle aziende editoriali in crisi, emendamento che risulta importantissimo per risanare un’azienda come il Giornale. Negli scorsi mesi il quotidiano della famiglia Berlusconi sarebbe stato oggetto d’interesse da parte del gruppo Gedi e Cairo. E’ l’obiezione di Forza Italia: “Perché venderlo agli Angelucci?”. Gli Angelucci sono imprenditori, guardano i fatturati, e a Roma (nel loro ambiente) assicurano: “L’idea che faranno tre giornali meloniani è falsa. Hanno un piano editoriale”. La Verità ha come firme due volti noti di Mediaset come Paolo Del Debbio e Mario Giordano. L’altro volto di Mediaset è Nicola Porro che è vicedirettore de il Giornale. Gli Angelucci potrebbero proporre a Porro la direzione ad acquisto avvenuto. A distanza di anni il destino di Berlusconi dunque si ribalta. Gli veniva rimproverato di avere snaturato la destra borghese mentre oggi gli viene chiesto di salvare i valori della buona destra borghese. L’assalto al cielo di Berlusconi comincia con il Giornale, la vendita non potrà che segnalare la sua discesa. Non esiste il Monza di Indro Montanelli.
 

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