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La ricostruzione di un leader

Salvini finge la ritirata ma avanza al governo: Rai, Servizi, ministeri, sport

Carmelo Caruso

Il leader della Lega incassa applausi dai magistrati e insegnanti e scala il sottogoverno. In attesa del calo di consensi di Meloni ecco la strategia per tornare protagonista

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Fa il “morto” per tornare vivo. Come in acqua Matteo Salvini sta riprendendo fiato, stende il corpo della Lega e attende che la risacca respinga la nave Meloni. Non è infatti vero che Salvini si accontenti di fare il socio di minoranza di FdI e non è vero neppure che sia ora il “corazziere” della premier. Salvini sta “presidiando” in silenzio i gangli dello stato. Giustizia, televisione, Pnrr, Servizi, scuola, economia, sport. Oggi potrebbe incassare quello che nella Lega viene definito un “successo epocale”. Si tratta dell’elezione di Fabio Pinelli a vicepresidente del Csm. E’ l’avvocato della Lega e ha difeso la regione Veneto di Luca Zaia, ma è anche l’avvocato di Luca Morisi. Salvini ha una sua strategia. Sul caso Nordio ha anticipato la premier e si è conquistato il sorriso dei magistrati. Sogna di consegnare all’Italia un nuovo codice degli appalti e l’autonomia al nord. E’ il leader revenant, il redivivo.


Salvini sta preparando la sua “ricostruzione”. E’ convinto che quando il governo Meloni registrerà il fisiologico calo di consensi, il “nuovo” Salvini possa rivelarsi vincente. E’ un Salvini che non rilascia più interviste ai quotidiani, che centellina le sue comparsate in televisione. Partecipa solo a tavoli di lavoro che riguardano il suo ministero. Sabato lancerà la campagna elettorale di Fontana al teatro Manzoni di Milano. In queste settimane ha incassato il plauso di un manager come Flavio Cattaneo, la “promozione” di Sabino Cassese: “Mi felicito con il ministro Salvini per l’input che ha dato al decreto legislativo per l’attuazione del codice degli appalti”. Ha aperto un canale con l’Ance e con la sua presidente Federica Brancaccio.

 

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Il piano di Salvini è quello del generale Kutuzov, la ritirata in attesa che l’avversario si sfianchi. Ha perfino mascherato la sua stizza per l’ultimo scippo. In Basilicata il presidente del consiglio regionale della Lega è passato in FdI. In tre mesi di governo, oltre a dotarsi di un valido capo di gabinetto (Alfredo Storto) per il suo ministero, Salvini ha scalato il Dipe, il dipartimento che è stato assegnato al sottosegretario leghista, Alessandro Morelli. E’ un dipartimento fondamentale. Coordina e programma la politica economica. Supporta il Cipe e la presidenza del Consiglio.

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Al Dipe è arrivata la dirigente Bernadette Veca. E’ stata “staccata” da Salvini per rafforzare la macchina. Veca lavorava al Mit e oggi è capo a del Dipe. Morelli, che non ha ancora effettuato nomine, è anche il leghista incaricato di occuparsi di Rai. Salvini è tornato determinante in un Cda Rai oramai in lotta contro Fuortes. Il membro indicato dalla Lega, Igor De Biasio, sta già facendo pesare il suo voto ed è nelle condizioni di alzare la posta. Negli scorsi giorni avrebbe chiesto all’ad Carlo Fuortes il Gr radio per Francesco Pionati.

 

E’ un nome, quello di Pionati, che entra in una trattativa che potrebbe riportare in Rai un giornalista d’area della Lega. E’ l’ex presidente Marcello Foa. Salvini sta puntellando la sua rete, una rete smagliata dopo l’uscita drammatica dal governo gialloverde. Quando si parla di rete si intende una intesa con uomini che condividono analisi. Di quella rete fanno parte alcune figure che Salvini stima. Tra queste c’è Vittorio Pisani, vicedirettore dell’Aisi e Carlo De Donno, anche lui all’Aisi. In questi mesi, il segretario della Lega ha recuperato un rapporto con Luciano Carta, presidente di Leonardo. Salvini  vuole avere voce in capitolo sulle nomine delle partecipate che saranno chiamati a gestire Meloni e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. La premier potrebbe accontentarlo su Leonardo e avallare la scelta di profili graditi alla Lega da destinare in società affini. Salvini in accordo con Zaia ha già ottenuto un’importante nomina di cui si è parlato poco. E’ quella dell’ad che gestirà le olimpiadi Milano Cortina 2026. E’ Andrea Varnier.

 

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Meno raccontata è la conquista di Salvini del ministero dell’Istruzione con il ministro Giuseppe Valditara. Il capo di gabinetto è Giuseppe Recinto e ha sostituito Luigi Fiorentino, una figura storica con tutti i governi del centrosinistra e quelli tecnici. La Lega ha “preso” la scuola pubblica che è un ponte straordinario per arrivare ai sindacati.  E’ un’ulteriore prova di quella che Salvini chiama “pacificazione nazionale”. Si fa forte di una differenza istituzionale. Il suo presidente della Camera, Lorenzo Fontana,  ha finora mostrato un altro stile rispetto a quello di Ignazio La Russa. La presa di distanza di Salvini dalle frasi di Nordio, oltre a essere una piccola risposta alla sua mancata candidatura con la Lega,  è senza dubbio il secondo corno per “abbracciare” la Pa. Insegnanti e magistrati rappresentano “l’area” da cui passano giustizia e pensiero.

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A inizio gennaio è stato rinnovato il contratto degli insegnanti. Il Mef ha destinato tre miliardi. Al ministero del Lavoro, Claudio Durigon è di fatto un quasi ministro, ha preso in mano il dossier delle pensioni che può condividere con Giorgetti e Freni, sottosegretario all’Economia. Nel Lazio, che è la regione della Meloni, si stanno inoltre concentrando le attenzioni di Salvini. Al prossimo Cdm proporrà la nomina del commissario straordinario della Roma-Latina, Antonio Mallamo. Nuovo, sereno, impegnato, al Salvini redivivo manca solo la lettura di Tiziano Terzani e del suo libro: “La fine è il mio inizio”.

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