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Gli ultimi emendamenti

Il governo studia un nuovo taglio del Rdc. Nella manovra anche la proroga al Superbonus

Redazione

Il sussidio nel 2023 potrebbe essere ridotto da 8 a 7 mesi, liberando così circa 200 milioni di euro. Mentre l'estensione del bonus legato all'edilizia "probabilmente confluirà nella legge di bilancio", dice Giorgetti. Dovrebbe scendere a 30 euro la soglia per il Pos. Pensioni minime a 600 euro per gli over 75

Il sentiero, così come i tempi, restano molto stretto. Questa sera il governo depositerà gli emendamenti che raccolgono le indicazioni e le modifiche chieste dai partiti di maggioranza, prima dell'esame e del voto della commissione Bilancio della Camera. L'obiettivo dell'esecutivo è provare a recuperare ulteriori risorse. A partire dal Reddito di cittadinanza. Per questo, è una delle principali ipotesi sul tavolo, si valuta un nuovo restringimento del sussidio. Lo ha confermato ieri anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. L'idea è quella tenere in vita il Rdc per altri 7 mesi e non più 8, come previsto fino a oggi. Un taglio che libererebbe circa 200 milioni da impiegare su altri provvedimenti. Ma un emendamento presentato da Noi Moderati va ancora oltre e vorrebbe ulteriormente accorciare il periodo a 6 mesi con un bonus per le imprese che assumono i percettori del Reddito, La Lega punta invece a inserire obblighi di formazione per gli under 29 come condizione indispensabile per ricevere il sostegno. 

Ne parleranno oggi la premier Giorgia Meloni e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che condividono la logica di queste proposte, mentre sarebbe meno propensa la ministra del Lavoro Marina Calderone. In ogni caso si eviteranno strappi, perchè entro il 31 la manovra deve essere pronta e la priorità assoluta è evitare l'esercizio provvisorio. 

Passi in avanti si registrano invece sul fronte Superbonus, che passerà dal 11o al 90 per cento, ma sarà concessa una proroga per permettere a una platea più ampia di usufruire dell'incentivo nella sua forma più ampia. "Probabilmente confluirà nella legge di bilancio perché è un problema di tempi di conversione di questo decreto-legge. Se il decreto sfora e l'approvazione definitiva va nel 2023 forse è meglio per tutti che sia in manovra", ha annunciato Giorgetti. Ad oggi la norma prevedeva che la Cilas - la comunicazione di inizio lavoro - dovesse essere stata presentata entro il 25 novembre. Si arriverà fino a fine anno, ma come ha specificato il ministro dell'Economia, le delibere condominiali devono esserestate  fatte "entro l'11 novembre", mentre si lavora ancora allo sblocco dei crediti, come più volte chiesto da Forza Italia, 

Quanto al Pos invece, uno dei temi su cui la Commissione europea ha bocciato la Finanziaria di Meloni, la soglia dopo la quale scatta l'obbligatorietà ad accettare il pagamento digitale potrebbe scendere da 40 a 30 euro, con sazioni per gli esercenti che non si adeguano. L'idea iniziale era quella di fissare il limite a 60 euro, ma l'intervento europeo ha portato a nuove considerazioni. 

Sulle pensioni, infine, dovrebbero essere accolte le richieste di Silvio Berlusconi, con l'innalzamento delle minime a 600 euro, ma solo per gli over 75  e con un vincolo legato all'Isee, mentre sulla la rivalutazione degli assegni non è stata ancora trovata una quadra definitiva.