PUBBLICITÁ

Segreteria e whisky

Provenzano: "Congresso Pd? Basta. Decidiamo". De Luca contro tutti. Si candida segretario

Carmelo Caruso

Sputacchiato sui giornali, il Pd accelera. Il 19 febbrario la possibile data del Congresso. La sorpresa rischia di essere il governatore della Campania che vuole trasformare la conta in battaglia sud contro nord

PUBBLICITÁ

Roma. Ma perché non parlano sempre così, con questa chiarezza e con questa forza? Avanti. Peppe Provenzano, vicesegretario del Pd, è vero che lei, la sua area, l’area che fa capo ad Andrea Orlando, sta facendo di tutto per rimandare il congresso, per diluirlo, annacquarlo? “E io  le rispondo invece  che sono pronto”. Meglio la costituente o il Congresso subito? “La nostra dannazione è fare le cose a metà. Delle due l’una …”. Prima di riprendere con il vicesegretario, due informazioni. Sabato è prevista l’assemblea del Pd che un loro parlamentare definisce il nostro “incontro periodico da alcolisti anonimi”. La data delle primarie c’è, o almeno questa è la più accreditata: il 19 febbraio. La “carta matta” è Vincenzo De Luca. Ha intenzione di correre per la segreteria con la complicità di Michele Emiliano. Francesco Boccia consiglia entrambi. E’  Pd “calling”, un  congresso punk.


Vicesegretario Provenzano, il mezzo Congresso, la mezza discussione.... Diceva prima che “la dannazione del Pd è fare le cose a metà”. Provenzano cosa farebbe? “Come dicevo, delle due l’una. O vogliamo fare la Costituente, la discussione sui nodi identitari, e allora non si possono comprimere i tempi di questa fase, semmai si riducano quelli delle primarie oppure…”. Oppure, l’altra mezza porzione qual è? “Oppure si dica che l’unica cosa che conta è la gara dei nomi e allora per me si può fare anche domani”. Dunque accetterebbe il Congresso anche domani? “Anche domani. Non servirà a risolvere i nostri problemi, ma almeno eviteremo ipocrisie”. Raccontano che Enrico Letta, il segretario, stia vivendo il “momento Zingaretti”. Sono quelle fasi dell’umore che precedono la caduta. Goffredo Bettini, nel suo libro “A Sinistra, da capo” (Paper first), racconta come si manifesta la malattia: “Fatica grandissima e psicologica, umana, nel mandare avanti la baracca”. Non si dimetterà anche perché dimettersi un mese prima delle dimissioni programmate significa immettersi nella farsa. Di sicuro è un segretario che andrebbe aiutato.

 

PUBBLICITÁ

Si racconta che il M5s si sia permesso di chiedere, al Pd, la testa di Enrico Borghi, l’esperto in materia di sicurezza, uno che Giuseppe Conte evidentemente teme. Avrebbe infatti proposto al Pd lo scambio: “Noi eleggiamo Lorenzo Guerini presidente del Copasir ma voi dovete tenere fuori Borghi dalla commissione”. Ieri mattina, all’ingresso della Camera, un gabbiano divorava a beccate la carcassa di un piccione. Il Pd oggi è il piccione, è il partito sputacchiato. Carlo De Benedetti, in un’intervista ad Aldo Cazzullo, sul Corriere della Sera, ha definito i dirigenti del Pd “baroni imbullonati e la segreteria Letta un disastro”. De Benedetti era “la tessera numero due” del Pd; meglio non chiedere alla numero tre cosa ne pensa  di questo partito. Gli amici di Letta, che andrebbe ringraziato anche per il solo fatto di aver lasciato Parigi e accettato la guida di questo istituto manicomiale, si limitano a ricordare che “forse De Benedetti parla perché dal governo Letta ha ricevuto qualche no”. Ci sarebbe quindi questo congresso che non si è ancora capito se farlo alla vecchia maniera o alla nuova, dato che una nuova non c’è.

PUBBLICITÁ

 

Nei territori “la macchina” è ferma. L’area di Orlando-Provenzano potrebbe convergere su Elly Schlein. Sarebbe la candidata di Dario Franceschini ma non di  Fassino che è un franceschinano. Bonaccini è vero che è appoggiato da Base Riformista, ma non vuole certo passare per il candidato di una corrente. Dario Nardella rimane ancora un altro nome se non fosse che  al sud si stanno coalizzando De Luca e Michele Emiliano. E infatti De Luca ha tutta l’intenzione di candidarsi e di trasformare il congresso in una battaglia sull’autonomia, la bandiera della Lega. Dice un deputato lombardo: “Vuole fare la Lega Sud. E’ già cinema a colori”. Lo schema di De Luca: fare schiuma per poi lasciare il passo a Boccia candidato segretario. Nel Pd si sbronzano così: “Segretario, mi dia un cicchetto di congresso…”.  

 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ