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L'annuncio

Brunetta saluta il Parlamento: "Non mi candido"

Redazione

"Nessun rimpianto. Semmai un po’ di dolore. Ora abbiamo lo scenario peggiore possibile. Fino alla fine continuerò a impegnarmi per il paese. Azione? Forse sono ingombrante. Meloni? La aiuterei, con spirito repubblicano ", dice il ministro della Pubblica istruzione

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"Semplicemente non mi candido": Renato Brunetta annuncia il passo indietro, nel prossimo Parlamento non ci sarà. "Ho dato tanto alla politica e tanto ho ricevuto. Nessun rammarico e nessun rimpianto. Semmai un po’ di dolore", ha scritto il ministro per la Pubblica istruzione in un post su Facebook, ripercorrendo le ultime settimane, quelle in cui è maturata la decisione.

"È stato un mese di emozioni forti e decisioni difficili. Ho visto Forza Italia, che è stata la mia casa per quasi trent’anni, contribuire alla caduta di Draghi. Il governo più credibile, autorevole e serio, che poteva farci uscire da una situazione tragica che ha visto sommarsi pandemia, guerra, inflazione e uno spread minaccioso. Un atto incredibile e incomprensibile", è il duro giudizio di Brunetta. Lo aveva già espresso nei giorni della crisi, lo ribadisce un'altra volta sottolineando le responsabilità del suo ex partito. E spiega: "Il mio sogno era votare a fine legislatura, dopo una legge di bilancio draghiana forte e strutturata. Ora abbiamo uno scenario distopico, il peggiore possibile". Anche per questo - assicura Brunetta - "fino alla fine continuerò a impegnarmi per attuare il Pnrr e mettere il paese in sicurezza dal punto di vista sanitario, sociale ed economico. Io non mi muovo, resto dove sono". Non è lui ad aver cambiato idea, ma il partito del Cav. che si è spostato, abbandonando gli ideali di un tempo: c'è anche questo nel ragionamento dell'economista. 

 

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Per Brunetta si era inizialmente parlato di un futuro in Azione, il partito di Carlo Calenda che ha accolto i nomi più pesanti tra gli altri fuoriusciti da Forza Italia: il senatore Andrea Cangini e soprattutto le due ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Non sarà così: "Per fare un percorso insieme doveva scattare una convergenza di interesse e stili. Con un sorriso mi dico che forse sono ingombrante", ha spiegato al Corriere della sera il ministro della Pa, con un'intervista in cui ha ribadito le ragioni della sua non candidatura, mostrandosi pessimista sullo scenario politico che verrà. Meloni? "Non ho pregiudizi verso di lei, ma passare dalla credibilità di Draghi a un altro governo, che dovrà dimostrare di essere affidabile, è in sé un problema per il paese", ha detto Brunetta i cui rapporti con la leader di Fratelli d'Italia sono buoni: "Quando eravamo vicini di banco, durante il governo Berlusconi del 2008, parlavamo spesso. Mi chiedeva consigli che io da professore davo ben volentieri. Glieli darei anche oggi, nello spirito repubblicano".

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