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Editoriali

Le bufale di Giorgia Meloni sul blocco navale

Redazione

La leader di FdI blatera sull'immigrazione. Ma un accordo con la Libia è quantomeno improbabile e il diritto del mare prevede di salvare le persone in difficoltà, non il respingimento. Breve debunking

"Chi oggi blatera che ‘il blocco navale non si può fare perché è un atto di guerra’ dimostra la sua totale ignoranza sul tema immigrazione”, blatera oggi Fratelli d’Italia sul suo sito. Per la serie se ripeto una balla all’infinito magari qualcuno ci crederà, Giorgia Meloni ha rispolverato un sempreverde della teoria sovranista. Nella testa della destra funziona così: mettere una flotta navale europea al largo delle nostre coste per respingere i barconi.

 

La variante, rispetto al medesimo concetto che Meloni ripete già da anni, è che ora lo si potrebbe fare in accordo con le autorità libiche. Ebbene, le cose non sono mai state così lontane dal vero. Tanto per cominciare, la Libia non ha mai dimostrato la volontà di arginare le partenze dei migranti, che infatti riprendono dalle coste ciclicamente. Per lo stesso motivo, non si è mai resa disponibile a concedere alla missione Ue Irini l’addestramento della sua Guardia costiera, preferendo per questa attività i turchi, meno esigenti alla voce diritti umani.

 

Non si vede su quale presupposto dovrebbe cedere la propria sovranità sulle acque territoriali a vantaggio delle marine militari europee. Poi, il blocco navale è un atto ostile disciplinato dal diritto di guerra, sempre esercitato contro un paese e mai in accordo con esso. La questione non è meramente terminologica: le navi da guerra dovrebbero fermare qualsiasi imbarcazione, mercantili compresi. Inoltre, il diritto del mare impone il salvataggio delle persone in difficoltà, non il loro respingimento, l’opposto di quanto si propone di ottenere Meloni.

 

La quale ora rilancia con un’altra bufala: sarebbe stata proprio la Commissione Ue ad avallare il blocco navale nel 2017 per affrontare la crisi migratoria. Ma il 25 gennaio di quell’anno, l’allora vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini, disse l’esatto contrario: le “azioni operative per affrontare la situazione lungo la rotta del Mediterraneo centrale […] non includono una proposta di blocco navale davanti alle coste della Libia”. Forse hanno ragione i fratelli d’Italia: sarebbe ora di affrontare il tema dell’immigrazione con serietà. Smettendola di blaterare.

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