
il commento
Letta e Calenda si mettono d'accordo, ma il vero patto necessario sarebbe quello con i grillozzi
Il paradosso è che per essere draghiani sul serio, e non creduli ortodossi di un’area liberaldemocratica che è sempre intrinsecamente minoritaria, il vero accordo necessario sarebbe quello con l’avvocato Bisconte e i suoi superstiti
Il moralista impolitico dice, in nome della sua idea di coerenza e della sua moralina: si sono spartiti i collegi senza riguardo a un programma o progetto integralmente liberale, altro che agenda Draghi, è un’ammucchiata come fu l’Unione di Prodi e farà la stessa fine. Il politico realista, in nome della logica delle forze in campo, dice: si sono accordati per ridurre i margini di espansione della destra arrembante, se possibile farla perdere, ricorrendo a mediazioni di fatto necessarie tra soggetti diversi per esperienza e cultura. Il primo è un mattocchio in libertà, non sa dopo tanti decenni che in Italia l’area liberal-democratica è una bella cosuccia, ma subserviente, non è autonoma dai tempi antichi di La Malfa, nonostante la vecchia proporzionale; il secondo è un tipo tendenzialmente saggio ma non cinico, non è indifferente alla differenza tra bene e male, anzi vuole essere competitivo, che è l’essenza di una campagna elettorale con le regole del maggioritario per il 37 per cento dei collegi, per affermare il bene contro il male o, a voler essere meno melodrammatici, il meno peggio contro il peggio.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
-
- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.