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uninominali

Politiche, Letta chiama i big. Emiliano e Decaro dicono “passo”

Gabriele De Campis

Il governatore e il sindaco di Bari antepongono le ragioni del cuore (e del territorio) ad una candidatura alle politiche richiesta dal Nazareno. Restano dunque a presidiare il territorio in caso di possibile sconfitta

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Alla chiamata alle armi - ovvero alla discesa in campo nelle liste - formulata dal segretario nazionale dem Enrico Letta, il sindaco di Bari Antonio Decaro e il governatore Michele Emiliano hanno risposto “passo”, preferendo rimanere “a presidiare il territorio” in vista di una possibile avanzata della destra. Con il Pd impegnato nella costruzione di una complessa alleanza oltre il “bilocale" con i civici, la proposta giunta da Roma invitava i “big” a candidarsi negli uninominali (oltre che nei listini), contribuendo a riequilibrare la partita del 25 settembre, che in Puglia vede, secondo le elaborazioni dell’Istituto Cattaneo, il centrodestra in vantaggio in quasi tutti i collegi.

 

Decaro, i cui post social a Bari sono più popolari di quelli di Chiara Ferragni (grazie alle suggestioni dello spin Giovanni Sasso), ha scelto la via romantica per declinare. Ai suoi follower ha spiegato: "'Dovresti andare a dare una mano a Roma'. In questi giorni in tanti me lo hanno detto. Cittadini, amici, il partito. Lo ammetto, ci ho pensato. Perché credo che chi fa politica debba impegnarsi in prima persona. Sempre. Ma Bari è la mia città. La città dove sono nato. La città che ho promesso di amministrare. La città che otto anni fa mi ha messo una fascia tricolore sulle spalle. E non posso tradirla. Perché con questa città ho un patto da onorare. E perché qui a Bari, come in nessun altro posto nel mondo, io sono felice”. Il primo cittadino ha riconosciuto la tentazione, ma l’ha respinta: si sarebbe dovuto dimettere (entro il 28 luglio) e di colpo il Comune di Bari e la Città metropolitana sarebbero entrati nel Limbo del commissariamento, proprio mentre arrivano le risorse del Pnrr. Poi c’è il capitolo Anci: Decaro svolge il secondo mandato di presidente nazionale con super relazioni e apprezzamenti trasversali. E una candidatura alle politiche (pur con ipotesi di ingressi in governi futuribili) avrebbe privato il Pd di un punto fermo nell’arcipelago cruciale degli enti locali. Parafrasando il titolo del film cult di Aldo, Giovanni e Giacomo, “Chiedimi se sono felice (a Bari)”, Decaro ha risposto che terrà ancora la fascia tricolore.

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La candidatura di Michele Emiliano, invece, è emersa per vie traverse. Le trattative sono state svelate dal capogruppo dem alla Regione Filippo Caracciolo e dai civici, che hanno diffuso note lacrimose di questo tenore: “Big Mike non ci lasciare, qui c’è tanto da fare”. Solo qualche giorno fa il governatore ha palesato i suoi voleri: “Io rimarrei in Puglia per le vacanze, per qualunque ragione, per lavorare. Chi mai se ne vorrebbe andare da questa terra?”. Poi ha messo in chiaro la sua strategia invitando il Pd a riservare ai civici lo spazio che gli era stato proposto nel listino al Senato. E qui c’è già un nome: è quello del suo capo di gabinetto, il salentino Claudio Stefanazzi, tra i fondatori della lista emilianista “Con” (ne fanno parte, tra gli altri, i destri Alessandro Delli Noci e Stefano Lacatena, assessore e consigliere regionale).

 

Il Pd pugliese, però, è in ebollizione perché la coperta (dei posti sicuri per andare a Roma) è corta, anzi cortissima. I dem dovevano fare in estate il congresso regionale (era stato nominato per questo l’ex ministro Francesco Boccia), ma l’iter non è mai partito senza regolamento e tessere. La fase della selezione delle candidature alle politiche la seguirà dunque il segretario uscente Marco Lacarra, deputato barese vicino a Emiliano e Decaro. Aspirano a una rielezione l’orlandiano Michele Bordo (al terzo mandato, avrà bisogno di una deroga), gli emilianisti Ubaldo Pagano e Assuntela Messina (sottosegretario), il dissidente Dario Stefano (critico con il governatore) e Francesco Boccia (l’unico sicuro del seggio, essendo componente della segreteria nazionale). Cercano una chance romana anche il potentissimo vice di Emiliano alla Regione, Raffaele Piemontese, e il presidente del Consiglio pugliese Loredana Capone. Con gli uninominali tutti in salita contro il centrodestra unito, chi può assicurare (almeno) sei eletti nel proporzionale al Pd?

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