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Il caso

Conte: "Saremo il terzo polo". Intanto il M5s implode. Si dimette il capogruppo Crippa

Simone Canettieri

I parlamentari mandano messaggini a  Beppe Grillo: "Ti prego, ripensaci". In Transatlantico si incontrano facce spaesate. L'ex premier punta a diventare capo di una cosa "rossoverde"

Uno sta sul Gargano, fra mare, calcetto e Padre Pio di cui è molto devoto. L’altro si rilassa a Porto Cervo: nuotate e passeggiate sulla spiaggia. In mezzo, tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, ci sono i parlamentari del M5s. I senatori al primo mandato, spinti da quelli al secondo che sono ormai fuori, si incaricano di inviare quotidianamente, con intervalli di tre ore, messaggi imploranti al Garante, così inamovibile: “Beppe, pensaci. Perdere i big in questo momento potrebbe essere il colpo del ko”. Appena il senatore di turno ha terminato la sua opera di persuasione, considerata inutile, va dai colleghi ormai con un piede fuori: “Tanto Beppe, vuole affossare il nostro progetto, e dunque anche Conte”. Segue insulto. Intanto chi spera di essere ricandidato come capilista nei listini proporzionali è feroce: “La società civile? Macché ci siamo noi”. Gli attivisti  scrivono sotto ai post: “Caro Conte, quando fai le parlamentarie? Vogliamo entrare anche noi”. L’ex premier è nella sua terra natia. Si è isolato. Considera persa qualsiasi opera di persuasione su Grillo: “Se ne assumerà le responsabilità”.


In questo momento Conte sta cercando di uscire dal guaio in cui si è ficcato. Non ha più il Pd come alleato, nonostante continui un rapporto complicato con i dem nelle regioni (dalla Sicilia alla Lombardia, passando per il Lazio, fino alla Puglia). Siccome ormai non gli rimane che puntare sulla versione Mélenchon cerca alleati fra i cespugli della sinistra-sinistra ambientalista (tipo Idv e il movimento Luigi De Magistris, pronto a candidarsi a Napoli) e spera di soffiare a Enrico Letta il nuovo tandem “Verdi-Sinistra” di Bonelli & Fratoianni. Gli piacerebbe guidare una coalizione, ma non disdegna nemmeno una federazione (sarebbe un nuovo soggetto politico, extra M5s, politico e gli permetterebbe di rimettere in campo i grillini al secondo mandato). Intorno a Conte c’è un gruppo parlamentare in via di dissoluzione. In Transatlantico si incontrano facce diverse, ma tutte abbastanza incerte sul futuro. Riccardo Tucci, deputato calabrese alla prima legislatura, potrebbe farsi un altro giro di giostra, ma non facendo parte del cerchio magico non sa come andrà a finire. Sempre al primo mandato, ecco Vittoria Baldino: la illumina un bel sorriso, ormai noto in tv. E la nuova stella televisiva dei pentastellati, inutile chiederle novità: “Scusi, ho un collegamento fra poco con Fanpage, vado di fretta”. Poi ecco Stefano Buffagni, lombardo pragmatico, già ex sottosegretario potentissimo del Conte I. Raro caso di grillino con solidi rapporti e mondi produttivi alle spalle, già apprezzato all’epoca da Giancarlo Giorgetti. Lui è fuori, se Grillo farà valere la regola universale del doppio mandato: Buffagni è stato consigliere regionale e  parlamentare. Tecnicamente è fuori. Il suo caso coinvolge pochissime persone. Fra queste ci sono però Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri, che nei mesi scorsi hanno attaccato con forza il Garante. Il quale sembra ricordarsi di tutto. E’ depresso? “Ma no, sono sereno. Tornerò al mio studio. E comunque la politica si può fare in tanti mondi, e non ho nemmeno 40 anni”, dice Buffagni uno dei pochi a spiegare a Conte che non votare la fiducia a Mario Draghi avrebbe portato tutti dritti dritti al voto. L’altro era Davide Crippa che si è dimesso da capogruppo alla Camera. 


Ma Conte che fine ha fatto? Nessuno sa cosa abbia in mente. Intorno alle 20 compare su Facebook, ripreso solo a mezzo busto, con un sottofondo di auto che sfrecciano nelle sue vicinanze. In una diretta fiume dice diverse cose che vale la pena riportare. Innanzitutto attacca Draghi: “Noi non siamo stati irresponsabili, avevamo portato un’agenda chiara al premier, ma lui ha esiliato la dialettica politica e ha bullizzato il M5s”. Allo stesso tempo prova a togliersi di dosso le ombre di chi lo accusa di aver fatto cadere il governo. E con tanto rassicurante, quello dei tempo gloriosi che furono rincuora il suo popolo: “Non sono diventato pazzo, non sono un irresponsabile. Ho sempre mantenuto gli impegni”. La strada per l’ex premier, che al momento sembra rimandare i nodi interni del partito, è stretta ma obbligata. E dunque si candida a essere il leader del terzo polo. A prendere cioè un voto in più di Carlo Calenda. Ma per farlo deve colorare di rosso e di verde il suo disegno.

Si spiega anche così, per esempio, l’incontro avuto nei giorni scorsi, prima di rifugiarsi sul Gargano, con Philippe Lamberts, co-presidente del gruppo Verdi-Ale al Parlamento europeo. E quindi per Conte, ora che è svanito il campo largo e quello progressista con il Pd, non gli rimane che “il campo giusto”. Quello della solitudine. Quello del “saremo il terzo incomodo”. Ma anche “la grande sorpresa”. Si prepara così alla pugna elettorale, cercando di acchiappare più voti possibili a sinistra, sperando che Letta, l’ex amico, sigli un patto d’acciaio con Carlo Calenda e magari con Luigi Di Maio, il quale qualche problemino in effetti ce l’ha, eccome.

Sotto sotto a Conte un bel reset inizia a fare comodo. Dopo aver difeso i big che lo assediavano per la deroga ora inizia a pensare che tutto sommato ripartire da zero potrebbe anche avere un perché. Per fare cosa? Non si sa. Adesso è la fase del “tutti contro di noi”. Sperando che Beppe Grilo torni a dargli una mano in campagna elettorale, almeno questo.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.