Il discorso

Crisi di governo, la replica di Draghi in Senato: "Non chiedo pieni poteri. Siete voi che decidete"

Il presidente del Consiglio si è ripresentato in Aula dopo le quattro ore di discussione tra i partiti. Dopo aver ripercorso quanto detto in mattinata, ha posto la fiducia sulla risoluzione proposta da Casini

Redazione

Pubblichiamo di seguito l'intervento integrale del presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha replicato ai senatori dopo la discussione in Aula nel giorno in cui il governo pone la fiducia dopo la crisi aperta la scorsa settimana sul dl Aiuti. 


 

Senatrici e senatori, sarà una replica abbastanza breve. Per primo vorrei ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto l'operato del governo con lealtà, con collaborazione, con partecipazione. Il secondo punto riguarda un'osservazione fatta dagli onorevoli senatori Casini, Santanchè, Gasparri, Licheri. Sono osservazioni più o meno simili fatte da loro quattro. A proposito di alcune parole espresse da me nel mio intervento iniziale con cui sembro quasi mettere in discussione la natura della nostra democrazia: è come se avessi detto che non è una democrazia parlamentare. La democrazia è parlamentare ed è la democrazia che io rispetto e nella quale mi riconosco.

 

Vorrei a questo punto rileggere esattamente le cose che ho detto giovedì scorso rassegnato le mie dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questa decisione è seguita al venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato questo governo sin dalla sua nascita. Il presidente della Repubblica ha respinto le mie dimissioni e mi ha chiesto di informare il Parlamento di quanto è accaduto. Una decisione che ho condiviso. A questo punto esistevano due possibilità: una era semplicemente presentarmi in aula, dichiarare e confermare le mie dimissioni, lasciare un intervento e andar via senza voto. Il sostegno che ho visto nel paese, la mobilitazione di questi giorni da parte di cittadini, associazioni, territori a favore della prosecuzione del governo e senza precedenti è impossibile da ignorare. E' questo sostegno che mi ha indotto a proporre, riproporre il patto, un patto di coalizione e sottoporlo al vostro voto. Siete voi che decidete.

 

Quindi niente richiesta di pieni poteri ed è per questo che siamo arrivati a questo punto della discussione. Volevo rispondere a questo punto perché è importantissimo. Veniamo a un terzo punto che è stato sollevato e perché il governo non è entrato nello ius soli, nello ius scholae, nella cannabis, nel Dl Zan. Voglio essere chiaro siccome c'è stato un rimprovero al governo nel corso di varie occasioni. Perché il governo non è intervenuto? Ha deciso di non intervenire per la sua natura di governo fondato su un'ampia coalizione, chiamiamola di unità nazionale, nei temi di origine parlamentare. Vengo poi ad alcune questioni specifiche, sollevate soprattutto dal segretario Licheri. Dunque, riguardo al salario minimo ho detto quello che dovevo dire: c'è una proposta in corso di approvazione a livello della Commissione europea. Abbiamo aperto un tavolo con i sindacati, con la Confindustria lo apriremo.

 

E continueremo le discussioni (qualunque sia la vostra decisione oggi), con le altre confederazioni datoriali e credo si possa arrivare a una proposta di salario minimo che non veda l'imposizione, il diktat del governo sul contratto di lavoro. Il reddito di cittadinanza è una cosa buona ma se non funziona è una cosa cattiva. Poi sul superbonus: voi sapete quello che ho sempre pensato nel superbonus. Il problema non è il superbonus, il problema sono i meccanismi di cessione che sono stati disegnati. Chi ha disegnato quei meccanismi di cessioni senza discriminare e senza discernimento, lui o lei o loro sono i colpevoli di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Ora bisogna riparare al malfatto, ora bisogna tirar fuori dai pasticci quelle migliaia di imprese che si trovano in difficoltà. Non ho veramente molto altro da dire e chiedo che sia posta la fiducia sulla proposta di risoluzione presentata dal senatore Casini.

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