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editoriali

Dalla Lega immigrazione senza ideologia

Redazione

Il ministro Garavaglia vuole potenziare il decreto “Flussi”. Eravamo abituati a Salvini

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L’agenda politica dei prossimi giorni vede al centro la questione dell’invio di armi all’Ucraina, ma anche le trattative all’interno delle coalizioni per definire le candidature per il turno di elezioni amministrative, mentre le tematiche della giustizia si concentrano sull’annunciato sciopero dei magistrati e continua il silenzio sui quesiti referendari.

 

Un argomento relativamente nuovo è stato introdotto nei giorni scorsi dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia. Preoccupato per le carenze di personale che rischiano di indebolire la ripresa delle attività estive, soprattutto nelle spiagge, l’esponente leghista ha chiesto di rivedere al rialzo il decreto sui flussi migratori, e questo, da parte dell’esponente di un partito che aveva fatto del ferreo controllo dell’immigrazione il suo connotato principale, suscita interesse e curiosità.

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Il ragionamento di Garavaglia parte dall’aspirazione a recuperare già quest’anno i livelli di presenze turistiche del 2019. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, però, bisogna che le strutture, dalle spiagge agli alberghi e ai ristoranti, possano funzionare a pieno ritmo. Invece mancano più di 300 mila addetti ed è difficile reperirli sul mercato del lavoro interno, perché si tratta di contratti stagionali o anche a tempo indeterminato, come nel caso dei cuochi, che però non si trovano.

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Così Garavaglia dice chiaramente che “dovremo prendere degli stranieri, altrimenti avremo problemi di personale per la stagione”. Le soluzioni prospettate sono varie: si parte dalla proroga fino a settembre del decreto “Flussi” vigente a un suo ampliamento, fino a un recupero in forma nuova dei vecchi voucher, per l’immediato, e una modifica contrattuale, l’allungamento della stagione turistica e un potenziamento della formazione professionale per il futuro. Si vedrà come si svilupperà la discussione sul tema, ma va sottolineato che, almeno questa volta, viene impostata sulla base dei problemi reali e non dei pregiudizi ideologici.

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