Draghi incontra Sánchez, Costa e Mitsotakis: "Energia la crisi più urgente. Intervenire subito"

Il premier ha ricevuto i capi di governo di Spagna, Portogallo e Grecia in vista del Consiglio europeo della prossima settimana. "La sponda sud del Mediterraneo può giocare un ruolo fondamentale", ha detto Draghi al termine dell'incontro a Villa Madama

Redazione

Il fronte latino chiamato a trovato una soluzione alla partita energetica. I "Pigs" che non vogliono più essere trattati come tali. E' anche con questi presupposti che Mario Draghi riceve oggi a Villa Madama i premier di Spagna (Pedro Sánchez), Portogallo (António Costa) e Grecia (Kyriakos Mitsotakis). Per serrare le file e marciare compatti in vista del Consiglio europeo della prossima settimana. Che dovrà affrontare non solo sulla guerra in Ucraina, ma anche su tutte le crisi che da lì sono originate o si sono aggravate, come per l'appunto quel che riguarda l'approvvigionamento energetico del continente. 

L'interevento introduttivo di Draghi 

Buongiorno a tutti,

 

Oggi è la Giornata nazionale per le vittime del Covid-19.

Voglio prima di tutto ricordare tutte le persone che sono morte durante la pandemia, quelli che ancora soffrono per le conseguenze della malattia, e tutti i loro cari.

A voi tutti, va la vicinanza del Governo e mia personale.

 

Voglio ringraziare il Presidente del Consiglio Sanchez, il Primo Ministro Costa e il Primo Ministro Mitsotakis per la loro partecipazione a questo incontro.

La vostra presenza è la dimostrazione della grande amicizia tra i nostri Paesi.

Un legame che va molto indietro nel tempo, e che oggi si esprime nei forti rapporti sociali, culturali, economici tra i nostri cittadini e le nostre aziende.

 

Abbiamo molte sfide comuni, a cui vogliamo trovare risposte comuni – insieme a tutti gli altri partner dell’Unione Europea.

La sfida più urgente – e anche il principale argomento di questo vertice – è quella dell’energia.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha aperto una fase di forte volatilità sui mercati delle materie prime, che si è aggiunta ai rincari che avevamo già osservato nei mesi scorsi.

Dobbiamo intervenire subito, per difendere il potere d’acquisto delle famiglie, sostenere il tessuto produttivo, proteggere la ripresa.

L’Unione Europea ha reagito con unità e determinazione all’aggressione russa.

Dobbiamo mostrare la stessa coesione e la stessa convinzione nel tutelare le nostre economie dalle conseguenze della guerra, in particolare dai rincari energetici.

 

Al Vertice di Versailles, abbiamo costatato una grande convergenza tra i nostri Paesi sulla necessità che Unione Europea adotti al più presto misure comuni sul fronte dell’energia.

Allo stesso tempo, siamo compatti nel mantenere immutato il nostro impegno verso la transizione verde, che si rivela oggi un obiettivo non solo ambientale, ma anche strategico.

L’incontro di oggi è servito a definire un approccio comune in vista del Consiglio Europeo della settimana prossima.

Vogliamo spingere la Commissione Europea e gli altri Paesi membri ad adottare misure incisive, a tutela di tutti gli Stati Membri, in un settore decisivo per il nostro futuro.

 

Una gestione comune del mercato dell’energia conviene a tutti

Stoccaggi comuni consentono di proteggerci a vicenda in caso di shock isolati.

Acquisti comuni ci permettono di avere un peso negoziale migliore nei confronti dei fornitori.

In queste settimane, abbiamo dato alla Commissione un impulso chiaro a muoversi in questa direzione, per imporre un tetto al prezzo d’importazione del gas e spezzare il legame tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità.

La Commissione, con la Comunicazione “RePower EU”, ha delineato alcune opzioni.

È un passo nella direzione giusta, ma ora è necessario più coraggio.

Toccherà poi agli Stati Membri, nel Consiglio Europeo, fare in modo che l’energia diventi una priorità condivisa a protezione dell’economia europea.

La pandemia ha mostrato come, in questo tipo di crisi, le risposte nazionali non siano sufficienti.

Anche oggi, come negli scorsi anni, è necessaria una risposta europea.

 

La sfida dell’energia va oltre l’emergenza della guerra.

L’Europa è ormai consapevole della necessità di accelerare sulla diversificazione delle fonti di gas naturale e sulla produzione di energia rinnovabile.

La sponda sud del Mediterraneo e l’Europea meridionale avranno un ruolo fondamentale in questo processo, a beneficio di tutta l’UE.

Una stretta collaborazione tra i nostri Paesi è essenziale per assicurare coerenza e complementarità nell’approvvigionamento e trasporto verso l’Europa centrale e settentrionale.

 

Nel vertice di oggi abbiamo confermato una piena convergenza anche sul ruolo della Bussola Strategica, come contributo al percorso verso una difesa europea.

La guerra in Ucraina ha dimostrato come questo sia un obiettivo necessario e urgente, in piena complementarità con la NATO.

Una difesa europea più forte rende la NATO più forte.

Questi impegni saranno suggellati, la settimana prossima, al Consiglio Atlantico straordinario e nell’incontro del Consiglio Europeo col Presidente Biden - e poi al Vertice NATO a Madrid di fine giugno.

Nei prossimi anni l’Europa ha davanti investimenti molto significativi nel settore della difesa, della politica energetica, della salvaguardia dell’ambiente.

Queste spese sono troppo grandi per qualsiasi bilancio nazionale.

La guerra in Ucraina ci impone di procedere con la massima urgenza verso risposte davvero europee.

Il vertice di oggi mostra che i nostri Paesi vogliono essere protagonisti di quest’ambizione.