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Il Pd denuncia la propaganda pro Mosca in Rai

Valerio Valentini

Lo stesso Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2, si accorge che c'è un problema di filoputinismo nel suo telegiornale

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La colpa? "Basta guardare la cartina geografica per capire che negli ultimi trent'anni chi si è allargato non è stata la Russia, è stata la Nato". Insomma, sono gli europei "a non avere memoria storica". A sostenere questa tesi non è un qualche attivista filo-Putin su un qualche blog, ma il corrispondente della RAI da Mosca, Marc Innaro. Il tutto in prima serata, in diretta durante uno speciale del Tg2 dedicato alla crisi ucraina. Il passaggio clamoroso non è sfuggito a Enrico Letta e ai suoi collaboratori, che sono sobbalzati. Ed è per questo che al Nazareno parlano di "forte irritazione"


 Et pour cause. Perché lo stesso Innero ha compiuto interventi analoghi anche su altre reti RAI, in questi giorni  "In un momento in cui la propaganda di Putin agisce pervasivamente, dopo anni di rodaggio, è inammissibile che ci siano spazi di cedimento nel servizio pubblico", dicono ai piani alto del Pd. "Un conto è la sacrosanta libertà di espressione dei giornalisti - aggiungono - un altro essere megafono di una parte". E insomma il PD ha intenzione di porre il tema nelle sedi opportune, a partire dalla commissione di vigilanza RAI. E del resto, a confermare la fondatezza dell'irritazione dem c'è lo stesso Gennaro Sangiuliano. Perché è stato lo stesso direttore del Tg2, presente in studio durante lo speciale incriminato, a stigmatizzare l'intervento di Iannaro, a ribadire insomma che per dirimere questioni diplomatiche come quelle che Putin pone, giuste o sbagliate che siano, c'è il diritto internazionale. È a quello che si dovrebbe ricorrere, dice Sangiuliano, e non certo ai carriarmati.

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