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Telequirinale

Il grande occhio mediatico collettivo che guarda la tragicommedia in corso

Marianna Rizzini

L'avventura quirinalizia viene prontamente seguita da tutti i cronisti e conduttori politici del piccolo schermo, ma non è semplice raccontare il grande nulla di questo primo giorno di voto

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E’ il giorno uno dell’avventura quirinalizia, e alla vigilia delle abbuffate informative la mattina si apre, sul piccolo schermo (Rainews), con la parola “scenario”, quella che tormenterà cronisti e conduttori costretti a scrutare un grande nulla da cui può uscire la grande soluzione. Ma quando e come? Questa è la domanda che rimbalza tra La7 e Rai1, Sky e Mediaset, assieme agli altri Leitmotiv: lo “schema”, la “fibrillazione” e la “rosa di nomi”: nel primo pomeriggio la tira fuori Marcello Sorgi durante lo speciale Tg1 condotto da Monica Maggioni. Ma la rosa spunta anche alla maratona di Enrico Mentana, su La7, e a quel punto diventa costante, anche perché nel frattempo è arrivata la notizia dell’incontro Salvini-Draghi, ma anche quella della cosiddetta “nota congiunta” Salvini-Letta, e i conduttori si mettono a cercare “indizi”, tanto che Maggioni deve rincuorare il chigista costretto a fare “da Sherlock Holmes”. E se la mattina negli studi ancora aleggia la profezia di Vincenzo Spadafora (“se Draghi va al Colle non sarà semplice formare un nuovo governo”), nel pomeriggio si materializzano i luoghi che Maggioni, pensando a Gabriel Garcìa Marquez, vede come i luoghi del Quirinale “ai tempi della pandemia”: alcuni cronisti si devono piazzare davanti al cosiddetto “lazzaretto” o drive-in per positivi – e si apprende che la sorte pur mesta dei positivi già accertati che votano nel parcheggio adiacente a via della Missione non sarà mai mesta come quella dei positivi che si scoprono tali al momento della rilevazione-temperatura  (“calvario”, commenta Sorgi).

 

Intanto però ci sono anche delle certezze: la maratona Mentana non può che aprirsi con le parallele coppie storiche di ospiti Marco Damilano-Franco Bechis e di inviati Alessandra Sardoni-Paolo Celata. Nuova coppia di ospiti ricorrenti, sebbene su reti diverse e sfalsate, Claudia Fusani tra Rai News e la “Quarta Repubblica” di Nicola Porro su Rete 4, e Agnese Pini, direttore della Nazione, da giorni molto richiesta su canali pubblici e privati. Antefatto: alle 11, a “L’aria che tira”, La7, Myrta Merlino già deve interrogarsi su quello che poi verrà chiamato  “il grande inciampo”, cioè il “patto di legislatura” che stenta a comparire. E infatti anche a Sky devono titolare “lo stallo”, sconsolato pensiero sotteso alle mascherine ton-sur-ton (a partire da quella verde del presidente del Senato Elisabetta Casellati).

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C’è poi la questione del deputato a Cinque stelle Stefano Buffagni: lo cercano su Rai e La7, dopo che si è capito che dall’incontro Letta-Salvini non è uscito un comunicato congiunto. Come pure si cerca per lumi il presidente del Veneto Luca Zaia. Ed ecco che entra in gioco l’altro termine, stavolta dopo la dichiarazione di Matteo Renzi: “Pacchetto” (Colle e Chigi). Ci si interroga, però, su Rai 1, sul significato del flipper evocato da Maurizio Lupi (“la pallina prima o poi cade”), mentre Porro si butta su metafore scacchistiche e Mentana sulla Formula1. E se Clemente Mastella, accompagnatore della moglie votante, evoca le sue “Prime Repubbliche”, Antonio Padellaro definisce il quirinabile Pierferdinando Casini “uomo sensibile”. Lucia Annunziata saluta la comparsa “del corpo” del prima impalpabile Draghi, mentre Paolo Mieli trova che “conclave” non sia la parola giusta (della serie: con il papa l’evento scatenante avviene senza preavviso, qui che si doveva votare lo si sapeva eccome). Apre la prima serata Barbara Palombelli con “Stasera Italia”, su Rete 4, al grido di: possibile che la politica in Italia sia ridotta così? E oggi è un altro giorno, ma forse no

 

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